Ci piace ritornare sull’articolo del nostro caporedattore Rosario Distefano sulle proposte di modifica del regolamento del Consiglio comunale, perché intravediamo particolari che meritano di essere approfonditi.
Ci si aspettava un tentativo di modifica delle norme finora vigenti e, sotto certi aspetti, lo si considerava anche doveroso, per quanto si ritiene che cambiamenti di questo tipo, oltre ad essere doverosamente condivisi, non dovrebbero riguardare la consiliatura in corso, perché non si possono modificare le regole quando il gioco è iniziato.
La situazione venutasi a creare nel civico consesso, con 12 gruppi consiliari, di cui undici con un solo esponente, non è sicuramente l’ideale in termini di semplificazione e contenimento della spesa, pur acclarata dalla legge e consacrata dalla democrazia. Alterare la composizione dei gruppi, ora, sarebbe eccessivo per l’inevitabile annullamento dell’espressione popolare, ma si impone per il futuro al fine di evitare che si possano riprodurre situazioni simili.
Le proposte della maggioranza grillina riguardano anche due altri aspetti del regolamento e lasciano assai perplessi, inducendo a delle riflessioni.
Disorienta assai l’abrogazione dell’articolo del regolamento che rende pubbliche le sedute di commissione, dal momento che, proprio da parte grillina si è parlato, più volte, di trasmettere le stesse in streaming.
Eclatante, secondo noi, invece, la norma che tenderebbe a non rendere irrevocabile la carica di Presidente del Consiglio, ancora di più se si tende ad applicare da subito la norma.
I fatti ci inducono a pensar male, e in questo siamo legittimati da indiscrezioni che vengono da ambienti ben informati, ancorchè nulla trapela attraverso i canali ufficiali.
Volere subordinare la permanenza del Presidente del Consiglio al sostegno dei 2/3 dei consiglieri, affidare alla politica la conferma di una scelta che, fino ad ora, è stata sempre considerata intangibile, una volta effettuata, vuol dire assimilare anche i grillini ai tradizionali esponenti della vecchia politica, sempre alla ricerca di metodi e comportamenti condizionanti per alleati e avversari.
I pentastellati ragusani ci diranno che non è in discussione l’attuale Presidenza, ma, alla luce di quanto avvenuto finora è lecito porsi delle domande.
Perché non si è concretizzato in appoggio ufficiale alla maggioranza il sostegno dato al ballottaggio all’attuale Sindaco da pare dei Movimenti Partecipiamo e Città ? Perché, più volte, da parte dell’esponente di Città, ci sono stati dei distinguo in merito all’appoggio nei confronti della maggioranza ?
Perché, nell’ultima seduta di Consiglio dello scorso lunedì, il Presidente Iacono ha tenuto a precisare, in risposta ad un intervento del consigliere Maurizio Tumino, che la città è amministrata da un giunta monocolore, specificando che il sostegno è stato dato solo in occasione del ballottaggio e che non sarebbe stata percorribile l’ipotesi di interferire nell’attività di governo della stessa ?
Tutti interrogativi che è lecito porsi, dal momento che erano stati autorevoli esponenti del Movimento 5 Stelle a confermare gli accordi stretti prima del ballottaggio, che prevedevano l’ingresso in giunta almeno di un esponente del Movimento Partecipiamo.
Inevitabili gli interrogativi, anche alla luce del forte consenso che riscuote, anche da parte dei componenti le opposizioni, l’operato e la conduzione dei lavori d’aula del Presidente Iacono il quale, altresì, ha ricevuto, più volte nel corso delle sedute, numerose ed unanimi attestazioni di stima e di riconoscimento a livello personale e politico.