Si comincia a non capirci nulla. Le questioni legate alla viabilità e alle zone pedonali e a traffico limitato nei centri storici stanno per diventare materia per esperti di enigmistica.
Forse è solo per la pazienza e la spiccata predisposizione all’ascolto del vice Sindaco Massimo Iannucci e del Comandante della Polizia Urbana Puglisi, quest’ultimo coadiuvato dal Cap. Ravallese, che si potranno dirimere le tante istanze sul tappeto.
Senza voler prendere posizione, anche perché sono tante le possibili varianti che rendono tutte le soluzioni fra di loro contradditorie, vorremmo capirci qualcosa.
Faraonici progetti di ripristino di vie e piazze, alla resa dei conti nemmeno poi tanto graditi dall’opinione pubblica, hanno prima messo in ginocchio le rispettive attività commerciali insistenti in loco, poi hanno creato una desertificazione che risulta incomprensibile alla luce di quello spazio pedonale che prima veniva anelato con furore quasi biblico.
I commercianti di via Roma chiedono la riapertura al traffico veicolare della via, identica richiesta era pervenuta per la piazza di Marina di Ragusa. Resistevano la piazza San Giovanni e la via Mariannina Coffa, quest’ultima chiusa ancor prima del rinnovo. Segno evidente che le tanto auspicate isole pedonali da noi non funzionano e trascinano solo una moria di attività commerciali. In ogni caso la desertificazione è assicurata, come in piazza San Giovanni, in piazza delle Poste, in via Roma.
A Ragusa Ibla succede il contrario: con lungimirante e intelligente decisione Iannucci provvede a sospendere, almeno per il periodo invernale, il divieto di circolazione a Ibla durante il fine settimana ma la cosa non va giù alle associazioni di categoria e ai residenti. Si chiede di restituire funzionalità al parcheggio di Largo San Paolo per evitare il flusso veicolare che intaserebbe il centro barocco. Ma questo richiede, e nella nota delle associazioni non viene considerato, che ci sia un efficiente servizio di bus navetta, altrimenti ci sarà sempre, a ben ragione, lo spostamento dei potenziali clienti verso lidi della movida più facilmente raggiungibili e meno sottoposti ad assurde restrizioni.
Sarebbe ora che le amministrazioni, di qualsiasi colore politico si assumessero le proprie responsabilità e decidessero sulla base di linee politiche e programmatiche definite, non dipendenti dagli umori e dalle richieste di operatori commerciali e residenti che, in ogni caso, restano una parte esigua di tutta la comunità comunale e non possono, quindi, imporre scelte, nemmeno unanimemente richieste, a tutti.
D’altra parte i motivi della stagnazione economica e delle difficoltà di diverse attività economiche vanno inquadrate con una visione più ampia di strategie di gestione che non si può limitare al passaggio, in più o in meno, di qualche decina di automobili.
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