“Il cuore delle donne”: questo il nome del delicato incontro che si è svolto ieri pomeriggio al circolo di conversazione di Chiaramonte Gulfi in via Corallo. Organizzato da Luisa Fontanella, nella doppia veste di presidente dell’associazione culturale “La ginestra” e del circolo stesso, hanno partecipato all’evento diverse personalità che, ognuna nel loro settore di competenza, ha dato il proprio contributo al tema della serata.
Grande riscontro di pubblico, l’evento è stato pensato per essere un momento di riflessione in tutti i settori: si è parlato di salute, di storie di vita vissuta, di legalità. Presenti, il cardiologo Marco Miano, la docente Caterina Cellotti, il presidente degli avvocati tributaristi di Ragusa, Giusy Micieli, il professor Luciano Di Natale, il maestro Carmelo Fargione, responsabile dell’associazione sportiva 360 Kombat di Modica e la direttrice del giornale “Sicilia e Donna”, Alessandra Bonaccorsi. Inoltre, ha partecipato anche una rappresentanza della Questura di Ragusa.
Il presidente Fontanella, in apertura, spiega il significato della manifestazione ma non riesce a trattenere la commozione quando rivolge un pensiero alla memoria di Sebastiana Terranova, la dottoressa scomparsa recentemente a Chiaramonte: “L’8 marzo deve essere un momento di riflessione storica e deve ricordarci sempre di lottare contro gli abusi e la violenza. Il “cuore”, è inteso come “coraggio”. A questo proposito, voglio ricordare la nostra cara Dottoressa Sebastiana”.
Ogni contributo è stato preceduto dalla lettura di brevi poesie della docente di lettere Caterina Cellotti, accompagnati dal flauto di Sebastiano Molè e dalla chitarra di Valerio Battaglia. Partecipa anche il sindaco Vito Fornaro: “E’ già una rivoluzione che il presidente del “circolo dei cavalieri” sia una donna. La società è fatta di uomini e donne che devono cooperare”. Come si diceva, i contributi sono stati numerosi. Il cardiologo Marco Miano, ad esempio, ha parlato del cuore delle donne inteso come salute e prevenzione: “Anche le donne hanno un cuore”, esordisce ironicamente, e spiega: “Il mio vuol essere un invito. Si riteneva, fino a qualche tempo fa, che le malattie cardiovascolari fossero appannaggio degli uomini, ma basta ricordare che il tumore alla mammella provoca il 3% dei decessi, mentre le malattie cardiovascolari il 50%. E stiamo parlando di donne”. A cosa è dovuto questo aumento vertiginoso delle percentuali? Il dottor Miano, continua: “I fattori di rischio sono aumentati soprattutto fra le donne: fumo, colesterolo, diabete mellito, abitudini fisiche e alimentari sbagliate. Inoltre, un fattore di rischio per le donne è la menopausa”. C’è differenza fra l’infarto di una donna e quello di un uomo? Si manifestano nello stesso modo? Il dottor Miano, risponde: “Nel 20% delle donne, l’infarto può insorgere senza dolore oppure con sintomi diversi: ad esempio costrizione alla mascella o al collo, nausea o vomito”. L’invito del cardiologo, è chiaro: “Una sana alimentazione e una buona attività fisica, soprattutto in età avanzata, sono come un farmaco”.
Altro intervento veramente toccante è quello del professor Luciano Di Natale che ha narrato ai presenti la storia di sua figlia, in coma dal 2006: “Mentre si trovava a Catania, è stata indotta a mangiare una polpetta di carne. Purtroppo, nella polpetta c’erano i solfiti, usati per rendere il colore della carne più appetibile. Mia figlia era allergica ed è subito andata in shock anafilattico. Purtroppo, non riuscì a sputare il bolo che si depositò nei polmoni. Da quel momento, i succhi gastrici hanno danneggiato la corteccia cerebrale ed è andata in coma. Non si è più svegliata”. Da quel giorno, per la famiglia Di Natale inizia un calvario: “La sua è una vita artificiale. Vive con un sondino in gola e uno nello stomaco. Oggi, mi batto per il testamento biologico per evitare proprio questo obbrobrio e questa non vita. Ho proposto che si istituisse a Ragusa per evitare l’accanimento terapeutico. A Vittoria e a Modica sembrano essere sulla buona strada. Potreste pensarci anche a Chiaramonte: basta una delibera di consiglio”. Ma per prendersi cura della figlia, non bastano le amorevoli cure di un padre e di una madre: ci vogliono centri specializzati. Luciano Di Natale, infatti, spiega: “Siamo stati sei mesi a Ferrara, poi abbiamo deciso di tornare a Ragusa. Abbiamo trasformato la nostra casa in una sala infermieristica. Tutto questo è durato cinque anni. Dopo, ho deciso di iniziare le lotte di civiltà, perché a Ragusa non c’era un centro adatto a questo tipo di malato. Grazie anche alla stampa e a 20 mila firme, siamo riusciti a fare una convenzione con l’ASL e abbiamo creato un centro post – trauma, gestito da un’equipe di medici volontari”. Si tratta, infatti, del “Centro risvegli ibleo”.
Altro argomento affrontato è quello degli abusi. A parlarne, la dottoressa Siracusano in rappresentanza della Questura di Ragusa. Dopo aver raccontato un caso di cronaca in cui una donna, fortunatamente, ha trovato il coraggio di denunciare il suo persecutore, invita tutte le donne a denunciare sempre tutti gli abusi (fisici e psicologici): “La denuncia è importante perché da un punto di vista formale, si tratta di reati procedibili per querela, altrimenti le forze dell’ordine non possono intervenire. Denunciare non è far del male al vostro compagno o al padre dei vostri figli. L’abuso non è amore”.