La Corte d’appello di Catania ieri ha emesso un’ordinanza di esecuzione ai danni di Giovanni Arangio Mazza, di 59 anni, il quale dovrà scontare, adesso, un anno ai domiciliari ed il resto della pena, qualora venisse confermata, in carcere.
Nei confronti di Arangio Mazza pesa una condanna definitiva a 15 anni per il reato di concorso in omicidio premeditato. I fatti risalgono al 1992, quando questi, pare abbia commissionato, insieme al figlio, l’omicidio del cognato, Giovanni Incardona. Le indagini dopo 20 anni erano giunte ad un punto morto, quando, alla fine del 2013, Alesci Giuseppe e suo figlio Antonino, entrambi collaboratori di giustizia, si autoaccusarono dell’omicidio Incardona e raccontarono l’intera vicenda, così si scoprì anche il ruolo degli Arangio.
Immediatamente l’Autorità giudiziaria emanò un mandato di arresto per Giovanni Arangio e per il figlio Giombattista, quest’ultimo fu subito arrestato, mentre Giovanni si rese latitante sino al 7 gennaio scorso quando si costituì. Il 20 gennaio il Tribunale di Catania decise di scarcerarlo, sino a ieri quando è stato raggiunto da questa nuova ordinanza. Alla scadenza di quest’anno ai domiciliari, così dispone il provvedimento, dovrà essere condotto nel più vicino Istituto di Detenzione per l’espiazione della pena residua, che sarà quantificata e comunicata.