‘’Quelli dell’amianto’’, ex metalmeccanici, lavoratori che, a livelli diversi, hanno avuto contatto con il subdolo materiale, dal nome che sembra registrato per ammaliare, un riferimento all’eternit(à) che invece vuol dire ammalarsi per arrivarci prima.
Una squadra, un gruppo di persone che, per primi in Italia, e forse anche oltre, ha compreso il danno arrecato, anche nascostamente, alla salute di tanti lavoratori. Una battaglia sindacale contro l’asbestosi, per il riconoscimento dei rischi subiti, delle conseguenze riconosciute, che più veniva condotta con moderazione e senza gesti estremi, più diventava guerra senza confini per conquistare non solo facilitazioni di legge ma, più ancora, attenzione dagli organismi sanitari di vigilanza e controllo sulle malattie professionali.
La lotta, dura, incessante, appassionata non è stata finalizzata solo ad ottenere per il passato, è più un investimento per il futuro, un ideale da affermare. E per farlo, la grande intuizione di Turi Occhipinti e della sua squadra: prima di tanti altri, e la cosa potrebbe valere anche in altri settori, hanno compreso che tutto poteva essere ricondotto ad un fatto culturale e come tale doveva essere diffuso, trattato, disquisito e affrontato. Una strategia che oggi si afferma, dal sociale a quello della medicina preventiva, dal turismo all’ambiente.
Importante è educare, creare una ‘cultura’ della vigilanza che deve acquisire contezza del male, dei suoi effetti, delle conseguenze, per poter arrivare a questo utilizzo di soli mezzi culturali, e con queste armi, come vedremo, hanno sfondato anche all’estero.
Ed ecco che i nostri amici si sono trasformati in artisti, in uomini di cultura,…ma, forse, lo erano già !
Primo ‘coup de théâtre’ di ‘’quelli dell’amianto’’ è la realizzazione di un film-cortometraggio, “Lamiantu”, che vuole far conoscere la drammatica realtà: grazie alla disponibilità, ma soprattutto grazie alla sensibilità, della regista Nadia Tumino e degli attori Marcello Perracchio, Silvia Scuderi e Fabio Messina, si rivelano a tanti il dramma e le sofferenze di numerose famiglie coinvolte con l’amianto.
Non è una sortita isolata: il cortometraggio è proiettato al festival internazionale del cinema di frontiera a Marzamemi, nel luglio 2011, successivamente selezionato allo “Sciacca film festival” (competizione internazionale di cortometraggi e documentari), selezionato al 15° ‘’Parma film festival’’, nel dicembre del 2012, proiettato da tv private in tutta Italia.
Enorme successo di pubblico e di critica, 19 minuti che raccontano due storie parallele di vite stroncate dall’amianto, una al nord e una al sud.
Il documentario “Lamiantu” nasce da un idea di Turi Occhipinti, Gaetano Scollo, Carmelo Lorenzo, Carmelo Distefano, Giovanni Tidona, che con l’amianto hanno inconsapevolmente lavorato e ora vogliono parlarne con tutti per far conoscere i pericoli , gli effetti disastrosi sulla salute e sull’ambiente.
Mentre si susseguono conferenze e seminari nelle scuole, per spiegare la pericolosità del materiale, le sue caratteristiche e l’uso che se ne è fatto, per rendere consapevoli i giovani che nel loro futuro saranno chiamati ad essere più attenti di noi, nel compiere scelte che possano provocare danni irreversibili alla salute dell’uomo, nasce l’idea di affidare ancora all’arte, e soprattutto al teatro, ad uno strumento capace di emozionare il cuore e la mente, il messaggio di mantenere vivo l’impegno civile, per vendicare le vittime del killer silenzioso “amianto” e per debellare questo materiale da tutti gli ambienti contaminati con la sua larghissima diffusione.
Ancora Marcello Perracchio e Silvia Scuderi, questa volta diretti da Claudia Puglisi, in scena con ”ETERNITY”, l’attore che interpreta il barone De Cartier, magnate dell’Eternit, l’attrice che veste i panni dell’angelo della morte.
In scena, in prima assoluta, al teatro Garibaldi di Modica, il 19/20/dicembre 2012, per il tentativo di rendere giustizia attraverso il teatro, perché “ quando la giustizia umana fallisce, capita che si affida a quella Divina”. L’angelo della morte giudica Luis De Cartier, uno dei due imputati dichiarati colpevoli nel processo Eternit, che si rifiuta di pagare le provvisionali, stabilite dal tribunale di Torino, in favore delle tremila parti civili .
L’angelo, lo condanna senza appello, poiché solo in un luogo sacro, come è il teatro, si riesce a punire il “carnefice”, al contrario di quanto non è stato possibile nelle aule dei tribunali.
Il Presidente della Corte di Torino al processo Eternit, ha dovuto impiagare circa tre ore solo per pronunciare i duemila e novecento nomi di chi aveva diritto ad essere risarcito, perché ammalato o familiare di una vittima dell’amianto. Eppure, nessuno di questi è stato risarcito dai due imputati che si sono sottratti alla giustizia.
La rappresentazione ha avuto un grande successo, anche la Rai regionale ha ripreso l’opera per intero, mandando in onda, nei giorni successivi, diversi servizi.
Nel maggio 2013 il fatto ‘culturale’ viene acclarato da un grande riconoscimento: grazie all’invito della fondazione “Elisa Chimenti”, che si occupa di recuperare giovani disadattati, inserendoli in un progetto formativo tecnico culturale per poter dare loro un lavoro e un futuro diverso dalla droga e dalla strada, tramite la sua direttrice Silvia Coarelli, che al momento collaborava con la regista Claudia Puglisi, l’EAS è invitata al “Salon international du livre et des arts’’ de Tangeri, per presentare il proprio lavoro all’interno della manifestazione culturale che coinvolgeva diversi paesi del mediterraneo.
Presso il Ministero della cultura, a Tangeri in Marocco, il delegato alla cultura del Marocco, Abdelaziz El Idrissi e il Presidente delle Associazioni a Tutela del Patrimonio del Litorale del Mediterraneo Abdelatif Boudjay accolgono il Presidente Turi Occhipinti e il consigliere Gaetano Scollo che presentano il cortometraggio “ LAMIANTU”.
E’ la consacrazione internazionale del lavoro portato avanti con sincera passione, la visione del documentario suscita enorme interesse da parte del delegato alla cultura che si propone di diffonderlo nelle scuole per far conoscere gli effetti devastanti dell’uso di questo materiale, per il quale la realtà produttiva in Marocco, e anche la legislazione, non prevedeno alcun regolamento nell’uso e nella produzione.
Nell’occasione è stato proiettato un altro cortometraggio, realizzato ancora dall’EAS, relativo alle tradizioni culinarie della provincia di Ragusa, in particolare è stato presentato un piatto “ Gli gnocchi alla ricotta della zia Paola” facendone conoscere gli ingredienti, la preparazione, il gusto.
Un lavoro che nasce da un chiaro intento di promozione turistica del territorio ibleo (con il sostegno della Provincia regionale di Ragusa, della Camera di commercio, del Comune di Monterosso Almo), per dare risalto ai vecchi valori, alla riconquista del tempo perduto, al bisogno di una vita più sana attraverso il recupero degli antichi sapori, della cui memoria le donne sono le principali depositarie.
Nel giugno 2013 il Maestro Giovanni Lissandrello, ragusano, sensibile al problema amianto, ha voluto realizzare un’ opera litografica di 95 copie, donandola all’EAS, dove si rappresenta il dramma amianto con l’angelo giustiziere che punisce con la morte i colpevoli dell’eternit.
Per il futuro l’EAS è ancora impegnata a debellare la ‘piaga’ amianto in ogni ambiente, sensibilizzando l’opinione pubblica e le istituzioni, consapevole che molto c’è ancora da fare.
Siano curiosi di apprendere quanto ne beneficerà, ancora la cultura…!
L’archeologo Giovanni Di Stefano, autore del libro I Greci di Sicilia. Le città.
Pensare il presente come entità autonoma, ovvero assolutamente staccata da altre dimensioni non può che essere una incongruenza, dunque servirebbe...