Circa 1300 visitatori ieri hanno letto il nostro articolo di testa “ avrei voluto fare il Sindaco”.
Il segno che la collettività chiaramontana esige il dialogo democratico e pretende di sapere. Così ha incuriosito, e non poco, quanto avevano da dire due delle persone maggiormente esposte nelle scorse elezioni, che non hanno vinto, ma che certamente non hanno neppure perso. Se mi consentite tanta curiosità è anche il segno di rispetto nei confronti di persone che a diverso titolo hanno dato qualcosa a questo paese, e che non sono stati dimenticati.
Noi li ringraziamo entrambi per avere risposto al nostro appello. Giorno dopo giorno ci stiamo accreditando rispetto a questa collettività molto esigente, mantenendo un profilo distaccato e coerente con il nostro modo di vedere le cose, sempre in chiave costruttiva e mai disfattista o inutilmente polemica.
Certamente abbiamo uno sguardo attento e rigoroso rispetto ai fatti amministrativi perché dopo il venire meno dei controlli di legittimità nei Comuni gli amministratori potrebbero farne di tutti i colori e nessuno se ne accorgerebbe. Solo una buona stampa può alimentare il controllo sociale, ma non al fine sedizioso di avvelenare il clima, ma quanto piuttosto di offrire alla democrazia un congruo ed adeguato spazio di controllo e di confronto. Noi saremo all’altezza? Non so. Però ci stiamo provando. E debbo dire in tanti ci aiutano. Si susseguono le iniziative di collaborazione, le chiamate, le e-mail che riceviamo di mera attestazione o di denuncia di fatti o misfatti. Certamente non esercitiamo giustizia, né ci vogliamo sostituire alle istituzioni, ma l’informazione è alla base di una capacità, anche elementare, di critica e di analisi politica e sociale. Pertanto i Sindaci non se ne debbono volere a male, ma noi sentiamo di avere una mission precisa, che travalica le idee politiche del giornalista e/o dell’editore e che affonda invece nel sacro ruolo dell’informazione per la Democrazia.
Sinceramente sento un’aria nuova in questo paese, perché scorgo che sono sempre di più quelli che non hanno più voglia di polemiche inutili, della solita immondizia che troviamo sui social, delle verità assolute.
Come si può pensare che gli attori protagonisti della vita politica e sociale possono essere predeterminati da altri, appartenenti ad altri gruppi politici di opposta fazione, attraverso un processo di denigrazione della persona?Almeno su questo penso che si sia raggiunta una fase di maturità, che non si appartiene al ceto politico, seriamente condizionato da antichi retaggi e fazioni, ma sicuramente al popolo che democraticamente sceglie e seleziona la sua classe dirigente.
L’Innominabile ha costruito le proprie fortune politiche istigando ad un odio sociale e politico che ha condizionato intere generazioni di giovani. Ma cosa ha lasciato di concreto a questo paese, oltre alle ceneri dei suoi seguaci che si liquefanno appena vedono il sole? Niente. Non esiste niente. Anzi ha condizionato la formazione di una classe politica che pur di seguire il proprio istinto fratricida ha messo da parte le proprie appartenenze, le proprie idee politiche, ed ha inseguito le faide e le bande armate pur di vincere una battaglia.
La vittoria di Pirro, diremo noi, ovvero la vittoria inutile che non ha dato figli alla classe politica chiaramontana, che ha dato solo figli storpi, ed aborti, tradimenti e morte, senza generare nulla di buono che potesse dare frutti a questa terra.E la terra sta morendo.
Per questo dico ai miei amici di centro destra che vorrebbero imitare questo modello di fermarsi per tempo e di cambiare rotta, di costruire un modello nuovo, perché c’è bisogno di loro, delle loro idee e della loro voglia di fare, come c’è bisogno delle idee di tutti, di destra e di sinistra.
Io credo che ci sia bisogno in questo paese di imparare ad amare e rispettare quello che si ritiene il proprio avversario politico. Occorre capire dall’altrui pensiero cosa c’è di buono o di diverso rispetto al proprio pensiero politico e rafforzare il proprio programma attraverso il confronto, anche serrato, ma sincero e schietto. E’ solo così che si costruisce il pensiero forte o pensiero dominante, che non può trovare fondamento nell’ingiuria o nella gratuita offesa o denigrazione dell’altrui pensiero, ma piuttosto nella bontà del metodo e del processo con cui è stato formato.
Ricordate che la politica una volta dava e pertanto creava consenso, ma oggi la politica chiede e conseguentemente crea dissenso, divisioni, lamentale. Non è molto popolare chiedere, imporre tasse per pagare servizi. Da qui nasce l’esigenza di fondare la nuova politica sul pensiero forte, massimamente condivisibile dalla collettività perché realmente fondato sull’intento di raggiungere l’interesse pubblico. E da qui si comprende il senso anche di una buona informazione. Certo noi non siamo così bravi, ma consentiteci di poterci provare.
Allora credo sia il caso di aprire, come abbiamo voluto fare con questa testata, un confronto libero ed incondizionato, perché vengano fuori le idee e soprattutto i fatti. I fatti concreti di sviluppo di questo territorio che tutti vorremmo migliore e perfettibile per noi, per la qualità della nostra vita, e soprattutto per quelli che lasciamo dopo di noi.
Ma questo è un altro capitolo sul quale ritornerò tra qualche tempo.
Oggi per completare voglio lanciare un messaggio a tutti, perché si sappia e si capisca a chiare lettere che questa testata non ha alcun padrone politico schierato a favore di quella o di questa fazione. Chi ha qualcosa da dire ci scriva e troverà spazi per dire e per proporre. Di meno faremo solo per chi ha voglia di fare polemiche.Di queste come già detto nessuno ha di bisogno.