In onda l’ennesima puntata della guerra dei nervi, fatta di comunicati, manifesti e interviste, fra le opposizioni consiliari e gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Una guerra che non accenna a finire, ancora dopo 9 mesi dal risultato delle elezioni comunali. Segnale inequivocabile che nessuno dei contendenti è riuscito a ritrovare, nelle rispettive posizioni, una identità precisa che possa far procedere, nella strada ella politica, senza curarsi, eccessivamente dell’avversario.
Questo perché i grillini hanno stravinto ma sanno che il consenso è derivato solo dalla protesta e, per quello che si va ad amministrare, è tutto da conquistare, con quote, al momento, non esaltanti.
Anche il Movimento Territorio, che, forse, per il background che riassume nella sua formazione, risulta il grande sconfitto delle amministrative, non ha assimilato la batosta e si dà alla opposizione più plateale.
Ecco allora l’ennesimo appuntamento con la stampa per presentare i contenuti di un manifesto che, a breve, dovrebbe inondare la città: la denuncia per la politica del Sindaco Piccitto, fatta solo di spese folli che andranno a ricadere sulle tasche dei cittadini.
Un piano di nuove assunzioni, per cui Territorio ha previsto oltre un milione di euro, per 12 vigili urbani, due assistenti per l’infanzia, un geologo e 4 dirigenti.
Una spesa destinata a lievitare nel tempo, per i costi fissi che sono destinati alla crescita, e in cui i responsabili del movimento intravedono una scelta scellerata, nella messa in scena di un quadro finanziario artatamente alterato.
Da questo un diluvio di critiche, prima di tutto perché era opportuno aspettare gli esiti della riforma delle province, da cui scaturirà un esubero di personale, fra l’altro di elevata professionalità, su cui la Regione, per il ricollocamento, dovrà necessariamente intervenire con adeguate coperture finanziarie.
Basti pensare solo alla qualifica di geologo per cui si sarebbe potuto attingere al settore dedicato della Provincia che risulta fra quelli all’avanguardia in Sicilia e, forse anche, sul territorio nazionale.
Per i responsabili di Territorio, Vito Frisina e Venerando Suizzo, affiancati dal consigliere comunale Angelo La Porta e da Mario Chiavola, consigliere del Megafono, è stata l’occasione per sciorinare altri attacchi alla politica e alle dichiarazioni del Sindaco: non si sono vendute auto blu, perché già dai tempi di Nello Di Pasquale il Comune di Ragusa ha rinunciato alle auto blu, solo la vendita di mezzi vecchi, quasi da rottamare, un normale rinnovo dell’autoparco. Esagerata imposizione fiscale giustificata da inesistenti contrazioni delle entrate. Per non parlare delle irregolarità amministrative acclarate anche dai competenti uffici dell’Assessorato Enti Locali.
Per l’ing. Frisina, poi, il Sindaco ha superato sé stesso considerando, in una recente intervista concessa alla stampa, fra le cose migliori fatte per la città, la riapertura della palestra di viale Ten. Lena: una struttura il cui recupero e ripristino è stato avviato, con fondi per il sisma del 1990, grazie ai buoni uffici dell’allora Assessore Regionale alla Presidenza, Giuseppe Drago, passata sotto gli interventi decisivi dei Sindaci di Ragusa, Arezzo e Solarino, per arrivare a Nello Di Pasquale, sotto la cui amministrazione fu emanato il relativo bando di gara. In ogni caso si tratta di una struttura non di proprietà comunale, di cui si sono occupati, a livello regionale, la Soprintendenza e il Dipartimento di Protezione Civile e per cui non possono essere considerati interventi decisivi la ricezione in comodato, l’allacciamento della luce o l’acquisto di una minima attrezzatura per l’attività sportiva. Segnale, forse, che il Sindaco non trova altro da vantare nell’attività di questi primi mesi di amministrazione.
Il teatrino dei comunicati, come già avvenuto per la lettera, pervenuta alla Presidente della Commissione Trasparenza, i cui contenuti anticipavano l’esito delle procedure di scelta di alcune figure dirigenziali dell’ente, ha avuto seguito con il comunicato del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle che, funge, come ormai di prassi, da portavoce dell’amministrazione.
I pentastellati ribattono che l’Amministrazione ha impegnato somme non utilizzate relative al 40% del personale entrato in quiescenza, somme che non possono avere altra destinazione d’uso, in quanto vincolate nei capitoli del bilancio afferenti la gestione del personale. L’Amministrazione ha ritenuto congruo e legittimo, procedere al rimpinguamento della pianta organica con le figure dirigenziali che mancavano, avvalendosi della copertura finanziaria di somme che erano già appostate in bilancio e che erano destinate esclusivamente per il personale. Impensabile per i sottoscrittori del documento attendere provvedimenti della regione per il personale delle soppresse province, considerato che non si hanno indicazioni sulla tempistica e sulle modalità di attuazione degli stessi.