Pochi giorni fa è scoppiata la bomba della lettera anonima indirizzata alla presidentessa della Commissione Trasparenza, Elisa Marino. In questa missiva, lo ricordiamo, si facevano i tre nomi dei vincitori dei tre concorsi per dirigenti banditi dal Comune. Il fatto è estremamente grave, anche perché ad oggi il contenuto della stessa non è stato smentito. Nonostante l’ovvio sgomento dell’intero Consiglio comunale, ci si attendeva una qualche dichiarazione, a caldo, del sindaco Piccitto, ma il primo cittadino né il giorno stesso né nei giorni a seguire si è preso la briga di spendere due paroline in merito, forse la cosa non lo tange. Peccato!
Oggi, invece, arriva puntuale il comunicato, come sempre infuocato, del gruppo consiliare dei Cinque stelle, che lasciatecelo dire, ha dell’assurdo.
Assurdo perché ignora con una nonchalance, veramente invidiabile, il nocciolo della questione provando a distogliere l’attenzione dai fatti concreti ossia che questa lettera, volenti o nolenti, getta sull’intera faccenda un gravissimo sospetto, il sospetto dell’assoluta illegittimità ed illegalità delle procedure concorsuali in atto oggi al Comune di Ragusa.
Assurdo perché i consiglieri del Movimento scrivono che è “un’offesa alle istituzioni poter soltanto immaginare di prendere in esame, in Aula, una lettera anonima” e ancora “ Ci rifiutiamo di pensare che, in mancanza di argomenti di natura amministrativa, l’unico appiglio politico, se così si vuol definire, rimasto in mano alle opposizioni è quello di argomentare una lettera anonima”. Quindi, visto che la lettera è anonima la Marino, per non screditare il sindaco e l’Amministrazione, doveva sbarazzarsene? Non doveva comunicarlo in Comune? Alla chetichella doveva andare in Procura? No, lo ha detto in Consiglio comunale e non per avere i due minutini di visibilità, questo sarebbe stato vero se si fosse rivolta a qualche giornalista per fargli fare lo scoop e per avere il titolone in prima pagina.
Il fatto rimane, c’è una lettera, anonima o meno, che anticipa i risultati di tre concorsi, bisognerebbe chiedersi, tutti insieme, come mai è potuto accadere? Chi c’è dietro? Un candidato? Un impiegato del Comune? Un consigliere scontento? O veramente qualcuno pensa che l’opposizione abbia architettato machiavellicamente tutto ciò?
Ottima l’idea di rivolgersi alla Procura, un po’ meno quella di tirare in ballo la Polizia Postale, infatti cosa può fare questa se non accertare la veridicità del timbro, che il linea del tutto ipotetica, può essere svincolato dal contenuto della busta?
Assurdo oltreché divertente è l’invito a “visionare gli atti in questione sul sito on line del Comune, per rendersi conto della assoluta validità degli stessi”, infatti è da mesi che le opposizioni, proprio alla luce delle determine pubblicate sul sito, denunciano certe anomalie, alle quali nessuno ancora ha saputo dare risposta.