Il movimento cinque stelle pare abbia deciso di non partecipare alla commissione trasparenza che prenderà in esame il caso della lettera firmata indirizzata al Comune di Ragusa – commissione trasparenza e contenente un elenco di nomi che sarebbero stati di lì a poco incaricati dirigenti e dunque vincitori di concorsi, che il mittente della nota ritiene in pratica falsi o truccati, comunque non regolari.
Sulla sostanza del concorso non voglio aggiungere nulla di quanto non a mia conoscenza diretta, e pertanto mi astengo da ogni simpatica valutazione su quello che comunque ritengo tristissimo operato della Giunta e del Sindaco. Certo il fantomatico denunziante non ha avuto molta fantasia per scrivere quei tre nomi, anche perché a giudicare il novero dei partecipanti non c’era tanta scelta da fare. Pertanto il tenore della denuncia mi sembra assai blando e fallace. Ma il metodo con cui è stata gestita questa vicenda impone alcune riflessioni.
Questi grillini sono veramente dei bravi picciotti, gente buona. E basta. Non dobbiamo aggiungere o togliere niente. La politica però è altra cosa. Ma non mi riferisco a quella capacità parlare politichese, ovvero di imbrogliare la gente promettendo mare e monti in cambio del voto e poi dopo chi s’è visto s’è visto. Quel prototipo di politicante non esiste più. Mi riferisco alla capacità di affrontare i problemi guardando le cose con l’ottica dell’amministratore e non con l’ottica del militante.
Il problema sta nella mera circostanza che alla prima esperienza in politica la truppa di bravi ragazzi s’è ritrovata una maggioranza bulgara che non li costringe a nessuna condivisione ma che li spinge ad una solitudine che non li farà crescere mai. La politica è condivisione, e mediazione, di interessi, di bisogni, prima ancora di essere gestione del potere ed amministrazione.
A comandare con la maggioranza assoluta non viene difficile. Di contra mediare, condividere, trovare una sintesi che stia bene a tutti non è facile, ed il metodo va sperimentato ed imparato.
Ciò che sta condannando inesorabilmente questa amministrazione e con essa il gruppo che la sostiene è proprio questa incapacità di donarsi agli altri e dunque alla città, privilegiando invece la ristretta platea dei militanti. Piccitto non è stato eletto perché era bravo o perché lo volevano i ragusani, ma è stato eletto perché i ragusani non volevano il candidato Cosentini, o quello che egli rappresentava.
Una volta eletto Piccitto, al ballottaggio, la sua maggioranza si è formata automaticamente con la sua elezione, ( il gruppo consiliare dei 5 stelle raggiunge 18 seggi in funzione del premio di maggioranza. La lista ha ricevuto poco meno di 3.200 voti che avrebbero garantito solo 2 seggi). Ma la Città per il consiglio aveva votato per altre persone che non sono state elette pur avendo ricevuto consensi dieci volte superiori ad alcuni consiglieri dei grillini eletti.
Tanto avrebbe preteso da un gruppo di comando, maturo politicamente, un atteggiamento ben diverso e non gli atteggiamenti di soverchieria che invece si registrano quasi quotidianamente. Anche perché amministrano la nostra città e non il loro partito o la loro casa.
La scelta de gruppo grillino di non andare in commissione trasparenza è veramente pessima.
Certamente i bravi ragazzi abituati a stare in consiglio con numeri di maggioranza assoluta, quando vanno in commissione, poiché in quella sede non si registra la maggioranza assoluta, fanno fatica a partecipare perché non sanno lavorare con gli altri. Per loro la politica è quello che dice il gruppo di comando dei militanti, al quale loro possono solo obbedire senza alcuna coscienza critica, perché in difetto si viene espulsi, come è già accaduto. Sconoscono la mera possibilità di trovare una sintesi con altri, di discutere anche solo per il piacere di comprendere come la pensa quella parte di città che non ha votato per loro, e sconoscono altresì ogni possibilità di ascolto di terzi non appartenenti al movimento. In consiglio mugugnano quando intervengono i consiglieri dell’opposizione, ed hanno una loro linea di comportamento che prescinde dagli altri. Il consiglio non esiste come istituzione, esiste la maggioranza del consiglio che è da loro rappresentata, che è cosa ben diversa.
Non mi pare molto democratico. A rileggere alcune pagine di storia trovo strane similitudini, quando si parlava del nazionalismo, del partito unico, “dobbiamo restare solo noi”, gli altri non vanno bene, la cultura dell’odio nei confronti degli avversari politici, il clima di violenza verbale, le scelte di menomare ovvero limitare le istituzioni, le decisioni prese fuori dal tavolo istituzionale, … Vi sembro esagerato? Vedrete dove finirà questa storia.