Le minoranze al Consiglio Comunale di Ragusa operano i rispettivi processi di opposizione in forma alquanto slegata, senza una linea unitaria che, pur nelle doverose diversità ideologiche e partitiche, dovrebbe costituire un argine costruttivo, contro le velleitarie smanie di superiorità numerica della maggioranza pentastellata.
Le contestazioni, le critiche, le note di censura su svariati argomenti non mancano ma risultano episodiche, si esauriscono nel giro di poche ore successive alla diffusione, marcatamente esagerate, numericamente e nei contenuti, per argomenti di facile presa sull’opinione pubblica, mentre problematiche ed emergenze più importanti, quale l’ignota destinazione dei fondi della Legge su Ibla, non sono nemmeno oggetto di interrogazioni e di comunicati stampa.
Fra gli argomenti in voga, in questi giorni, a stento oscurati dalle vicende inerenti il rimpasto, spicca quello relativo alla piazza Libertà. Come si ricorderà, a suo tempo, la precedente amministrazione, stipulò un accordo con le aziende che si occupano della estrazione di idrocarburi dal sottosuolo del territorio comunale, ottenendo il finanziamento per la riqualificazione urbanistica di quella che una volta era chiamata piazza Impero.
Nei giorni scorsi il Sindaco, con la sua giunta, ha incontrato i vertici delle aziende interessate ed è riuscito a modificare l’accordo, dirottando il finanziamento per la riqualificazione energetica di alcuni impianti di illuminazione pubblica. Quello della riqualificazione energetica degli impianti è cosa buona ed è un chiodo fisso dell’amministrazione, in particolare dell’assessore al Bilancio Martorana che non vede l’ora di ridimensionare, giustamente, con la diligenza del buon padre di famiglia, i costi della bolletta energetica.
Una parte dell’opinione pubblica avrebbe sentito l’esigenza di saperne di più sul progetto in questione, perché, ad una prima lettura dei fatti, sembra esagerato spendere un cospicuo finanziamento per sostituire lampioni, ancorché con impianti energeticamente convenienti, tenuto conto che, per questo tipo di interventi, esistono specifici canali di adeguati finanziamenti, primo fra tutti il Patto dei Sindaci tanto propagandato dall’Amministrazione.
Se qualcuno ha incentrato i dubbi sugli aspetti economico-energetici, non sono mancati gli interventi di tipo strumentale che hanno considerato come scellerate le decisioni del Sindaco, una soluzione di continuità amministrativa per scelte importanti a favore della città, che fa seguito al blocco del progetto per l’ex cinema Marino e ad altre difformità rilevate sulla base del programma elettorale presentato, a suo tempo, alla città.
Qualche esponente delle opposizioni si spinge a pensare che si vuole solo assumere un atteggiamento contrastante con la linea della precedente amministrazione, senza alcuna remora nel fare naufragare progetti, idee e orientamenti di un’intera città, senza tenere conto della sua realtà storica.
Senza entrare nel merito delle questioni, che non possono che essere affidate solo a gente competente nelle materie urbanistiche e architettoniche, non possiamo non rilevare una esagerazione quando si parla della volontà di una città, la cui maggioranza si è espressa, in maniera netta, in favore dell’amministrazione grillina e a cui, le stesse opposizioni hanno liberamente concesso la maggioranza consiliare appunto per permettere una serena e agevole gestione della cosa pubblica.
Ci si attenderebbe, da una opposizione costruttiva, una serie di proposte alternative per potere trovare soluzioni condivise, al contrario pare che ogni vicenda si strumentalizzi, senza mettere a fuoco le reali problematiche: appunto nel caso della riqualificazione di piazza Libertà, non pare eccessivamente dannoso il blocco del progetto che non è inserito in una più ampia rivisitazione, complessiva, delle aree del centro storico superiore. Questo va detto alla luce delle riqualificazioni più recenti, di piazza san Giovanni, di via Roma, di piazza delle Poste che hanno determinato, così come avvenuto, precedentemente, per altre aree del centro, (ponte vecchio, ex stadietto di villa margherita, zona del Carmine) una involuzione della vivibilità e una naturale limitazione della normale fruizione, che ha portato alla desertificazione delle zone interessate.
Dopo l’evidente disastro di via Roma, per cui si pensa, addirittura di riconsentire il traffico veicolare, ripetere l’errore di affidare la sopravvivenza della piazza a cervellotici progetti architettonici non sostenuti da adeguati accorgimenti urbanistici, potrebbe significare estendere le metastasi di un centro storico superiore dilaniato dalla malattia ad una vastissima area che coinvolgerebbe le zone adiacenti a viale Ten Lena e a viale del Fante, senza dire che verrebbe precluso l’accesso a zone importanti della città e verrebbe stracciata, ulteriormente, la visione d’ingresso alla città nella sua originaria conformazione.
Importante, quindi, verificare se ci possono essere fonti alternative per comprare lampioni e lampadine, poco male se si soprassiede, per ora, alla riqualificazione della piazza Libertà, dirottando i finanziamenti ottenuti su altre iniziative per il centro storico superiore.