Siamo stati allietati, di buon mattino, dall’’apertura’ di un noto quotidiano online regionale che ci ha regalato un magnifico editoriale di Pietrangelo Buttafuoco, dal titolo ‘’Babilonia antimafia’’.
L’articolo si sofferma sull’attuale questione, dibattuta anche in campo nazionale, della lotta alla mafia e della mafia dell’antimafia, venuta fuori in queste convulse giornate del potere regionale e, di riflesso, nazionale, dove, in occasione delle scelte per le candidature alle europee, “è stata tutta una gara di tutti contro tutti… a sfregiarsi reciprocamente secondo il tasso di antimafietà riducendo la rivoluzione del governatore Rosario Crocetta – una rivoluzione di fatui annunci – a una macchietta.’’
L’articolo ci ha spinto ad una riflessione profonda sui fatti di casa nostra, dove, per fortuna, non si parla di mafia, anche se qualcuno, in un primo momento, si è spinto a parlare di malaffare, salvo, poi, ripiegare su altro in successivi comunicati.
Il timore è che, sull’onda delle emozioni, anche nella nostra città, l’opposizione al Sindaco Piccitto si trasformi in mestiere, che da legittima politica di contrasto all’avversario politico, da ordinario operato di minoranza, diventi il mezzo per farsi strada nell’affollato mercato della politica, oggi diventato, anche localmente, un souk.
Non si può tollerare, come cittadini, dopo aver sollecitato una vera e propria ‘’rivoluzione’’ che ha portato al 70% dei consensi per il nuovo Sindaco, ricominciare a parlare di ‘’filiere politico-affaristiche’’ e di dimissioni per improduttività: questo lo possono fare le opposizioni, ma non tutte lo hanno fatto, che hanno contrastato l’elezione di Piccitto e l’ascesa del Movimento 5 Stelle, non quelle forze che, con inusitata veemenza, ma scarsi, come di consueto, risultati elettorali, hanno prima sostenuto Piccitto, salvo dirgliene di tutti i colori alla prima occasione, per evidente arsura di coinvolgimento diretto nell’amministrazione.
Fanno testo, al riguardo, le posizioni di Partecipiamo e di Città che, già da mesi, elegantemente, hanno sollecitato l’amministrazione per azioni più efficaci e concrete in diversi settori, senza manifestare indispensabili smanie di potere, posponendole all’interesse della città e auspicando solo un clima di rinnovata partecipazione alla gestione trasparente della cosa pubblica, per cui, d’altra parte, lanciando un assai confortante messaggio, il Sindaco ha lasciato le porte aperte, parlando di un rapporto non interrotto.
Quella trasparenza che dovrebbe diventare credo di tutti gli amministratori, che dovrebbero trasformare il ’’palazzo’’ in una casa di vetro, dove riunioni, carte, ritardi, inefficienze, ‘oscuri rapporti’ e contatti con la regione dovrebbero essere patrimonio di tutti e non emergere solo in caso di spiacevoli contraddittori che lasciano solo l’interrogativo sul perché gli stracci e i panni sporchi vengono fuori solo al momento in cui vengono sfilate le poltrone o in cui ci si deve difendere dagli attacchi.
Un motivo in più per acclarare che non tutto quello che viene dalla vecchia politica è da buttare, occorre una efficace ‘’differenziata’’ perché ci può essere molto da recuperare.