Legittimo orgoglio il nostro quando ci rendiamo conto che critiche mosse all’indirizzo dell’amministrazione, sempre con intento costruttivo, sono acclarate, nella loro validità, da interventi di terzi.
Abbiamo, più volte, considerato come grande limite dell’amministrazione Piccitto la totale assenza di comunicazione, un atteggiamento, di certo, causato da attenzioni riservate verso problematiche più pressanti ma che, nei fatti, dà l’impressione di una poca considerazione verso l’esterno.
Andiamo ai fatti: ennesima manifestazione, in coincidenza con la seduta del Consiglio Comunale di martedì 22 aprile, degli indigenti, ex sussidiati e disoccupati, che si sono portati a Palazzo dell’Aquila per protestare contro il mancato impegno, dell’Assessore Brafa, circa l’erogazione della somma di 70.000 euro che doveva essere distribuita come sussidio straordinario e occasionale, prima del periodo pasquale, in attesa che fossero avviati i cantieri di servizio del Comune e quelli di lavoro della Regione.
Abbiamo avuto modo di informare, tempestivamente, nel corso del pomeriggio, dall’aula consiliare e dalla sala Giunta, che un nutrito gruppo di cittadini in attesa del sussidio, con alcuni rappresentanti sindacali della CGIL, ha, dapprima, occupato l’aula consiliare, con l’intenzione di bloccare l’inizio della seduta del Consiglio Comunale, in seguito, grazie all’opera di convincimento del Presidente del Consiglio, Giovanni Iacono, si è accontentato di poter parlare con il Sindaco che li ha ricevuti nella sala Giunta.
Da un comunicato stampa distribuito, si apprende che la protesta era diretta nei confronti dell’amministrazione e di chi gestisce le Politiche sociali, colpevoli di non aver dato seguito all’impegno preso, durante l’ultimo incontro, alla presenza di numerosi consiglieri comunali, per l’erogazione del sussidio straordinario che doveva essere prelevato dal Bilancio Comunale, attraverso il regime dei dodicesimi.
Si evince dal comunicato, così come ha spiegato, candidamente, anche l’assessore Brafa, che è stato deciso di cambiare il percorso amministrativo concordato, ritenendo più giusto aggiornare la lista dei bisognosi.
Nel comunicato si legge che, non disconoscendo il diritto dell’Assessore di cambiare idea, atteggiamento che onora chi ha organizzato la protesta, lo steso avrebbe avuto ‘’l’obbligo morale, come etica istituzionale impone’’, di riconvocare il tavolo di confronto tra le parti e comunicare il ripensamento.
Anche noi, ascoltando le parole dell’assessore, siamo rimasti interdetti nell’ascoltare la giustificazione addotta e ci siamo chiesti come mai non si fosse data informazione dell’avvenuto cambio di programma, soprattutto considerando che, qualcuno, aspettava anche un esiguo sussidio per trascorrere meglio le feste. Una conferma che, in certi ambiti dell’amministrazione, la comunicazione è un elemento sconosciuto o, peggio ancora, considerato non necessario. Una posizione, quella dell’assessore Brafa, del tutto indifendibile, ancorché i motivi della scelta fossero stati da ritenere validi.
Una situazione che, inevitabilmente, in periodo di riesame delle capacità gestionali degli Assessori in Giunta, ci induce a riflettere sulle voci che davano l’assessore Brafa, già nei mesi scorsi, come destinatario di un benservito da parte del primo cittadino.
Una passo falso dell’Assessorato che ha prestato il fianco all’intervento di diversi consiglieri comunali, primi fra tutti D’Asta e la Migliore, che non hanno mancato di sottolineare le carenze delle politiche sociali, così come era stato già evidenziato, nel corso di precedenti sedute del Consiglio Comunale.
Una complessa questione che impone ora, prima che la protesta si organizzi in forme più eclatanti, come si sussurra, che venga convocato un tavolo fra le parti per chiarire le singole posizioni e comunicare quali sono le reali intenzioni dell’amministrazione, al di là degli inghippi burocratici, dei ritardi della Regione e delle possibili incapacità degli uffici nel rendere più celeri i procedimenti.
Il tutto, si spera, condito dal minimo di una efficace comunicazione che trasformi, finalmente, il palazzo nella tanto auspicata casa di vetro.