Se c’era qualcuno che temeva possibili effetti negativi per l’avvento dei grillini in città, nessuna paura, una specie diversa ma della stessa famiglia dei normali politicanti. E come in ogni famiglia, e come in ogni partito o movimento, ci sono le brave persone, le pecore nere, i pensatori, gli arrivisti, i competenti, gli attivisti, i posapiano, le palle al piede.
E come nelle migliori famiglie, anche il Movimento 5 Stelle di Ragusa ha già due metup, dopo quello originario quello nuovo è ancora in embrione con soli 17 attivisti, ma è sancita la divisione che non è sorta per motivi ideologici ma di volgari poltrone.
E se anche il gruppo consiliare ostenta una unità di fondo che si concretizza nel totale appoggio all’amministrazione Piccitto, sono note da tempo le piccole tensioni e le piccole rivalità all’interno dei 18 consiglieri che costituiscono il nocciolo duro del Movimento in città.
Gruppo consiliare che non è riuscito a darsi una guida stabile, a giorni dovrà essere nominato il 4° capogruppo che sarà, come gli ultimi due, un capogruppo di facciata, con le solite tre o quattro menti pensanti che, a giro, ne faranno le veci per le questioni più importanti.
Gruppo consiliare che non è riuscito ad essere elemento di congiunzione fra gli alleati del ballottaggio e l’amministrazione, incapace, ancora dopo 10 mesi, di procedere alla revisione del regolamento consiliare mentre continua a contestare illegittimamente prassi e consuetudini che, ancorché poco condivisibili, sono formalmente rese valide dal vigente regolamento.
A rendere pesante lo scenario politico comunale una amministrazione che, dopo dieci mesi, si rende conto della ‘lentezza’ gestionale di alcuni assessori e di alcuni dirigenti che impediscono di imboccare l’autostrada di una gestione scorrevole e producente per la città, impantanata fra proroghe e bandi di gara che richiederebbero processi decisionali più svelti e, soprattutto, più vivaci.
Resta la fiducia di fondo nel Sindaco Piccitto che è stato eletto a furor di popolo e mostra qualche debolezza più per elementi del suo entourage, vedi questione del canile municipale, che per suoi demeriti personali. Anzi si deve dire che le ultime vicende pare lo abbiano fatto rinascere, facendo intravedere un piglio decisionista che molti, prima, consideravano un’utopia.
Nessun commento per fatti che restano interni della vita del Movimento, ma è legittimo chiedersi se fra i dissidenti ci sono persone che avevano ricevuto incarichi dall’amministrazione e che alla luce dei nuovi posizionamenti potrebbero vedere revocati i relativi provvedimenti.
Per il resto nessuna paura, sono come gli altri, e, almeno qui, per ora, le correnti sono solo due.