Dopo 10 mesi di amministrazione pentastellata un cambiamento radicale non si è ancora avvertito, si è, in verità, percepita qualche innovazione nelle strategie e nelle procedure, ma, al momento, le enunciazioni e i progetti superano, di gran lunga i fatti.
La figura del primo cittadino ancora regge, nella considerazione popolare e, sostanzialmente, in quella dei consiglieri di opposizione, molto meno quelle degli assessori, 4/6 dei componenti della giunta spesso sottoposti a fuochi incrociati di critiche, spesso avvalorate da riserve sugli stessi, provenienti dall’interno del movimento di appartenenza.
Su questo contesto, che, certo, non si può definire granitico, se non per la maggioranza ‘bulgara’ su cui si sostiene, piovono contestazioni di ogni tipo, sui programmi, sulle procedure, sui provvedimenti adottati e su quelli che mancano. E, sullo stesso, si nota che qualche esponente dell’amministrazione cerca di applicare considerazioni del tutto particolari, una sorta di sindrome del ” c’era una volta”, l’affermazione di un assioma che fa trapelare aspetti non del tutto gradevoli: si vorrebbe imporre, ancora dopo 10 mesi di nuova amministrazione, ai consiglieri delle opposizioni, un metodo secondo cui non si possono chiedere o pretendere innovazioni, manutenzioni, migliorie, provvedimenti che esulano da quanto predisposto dall’amministrazione, tenuto conto che le precedenti amministrazioni non hanno fatto nulla relativamente alle cose richieste o, peggio, avrebbero lasciato i cassetti vuoti non permettendo interventi tempestivi.
É stato detto chiaramente da un assessore, con malcelato tono irridente, che si ascoltano interventi in aula dei consiglieri, come se si vivesse in una città dove, sempre, in passato, tutto ha funzionato a meraviglia, i servizi sono stati efficienti, una città definita di tipo scandinavo.
Ci asteniamo dal commentare una tesi azzardata, ci sembra di ascoltare un alunno che giustifica e sminuisce le insufficienze portando a modello i voti di quelli più scarsi e, cosa più grave, ne fa motivo per non migliorare.
La considerazione nelle capacità di molti assessori non è eccelsa, la sindrome del “c’era una volta” la può, ulteriormente, ridurre.