Come affronta la città di Chiaramonte il problema del randagismo? I cani che vengono abbandonati, che fine fanno? Ci sono dei progetti in corso o che prevedono il reinserimento dell’animale dopo un’attenta vaccinazione, sterilizzazione e microchippatura? Abbiamo posto tutte queste domande all’assessore al ramo Alessandro Cascone. Spesso, infatti, i cittadini lamentano la presenza di branchi di cani randagi che si aggirano indisturbati per le vie cittadine, creando disagi e paura. I cani randagi, potenzialmente aggressivi se non sterilizzati, possono diventare un problema difficile da gestire. A questo proposito, l’assessore Cascone dichiara: “Molti passi sono stati fatti. E buoni sono al momento i risultati. Però bisogna specificare una cosa: i cani in branco che spesso si vedono a Chiaramonte non sono cani nati a Chiaramonte. Molto probabilmente, sono stati abbandonati nel nostro comprensorio da cittadini di altri paesi limitrofi. Infatti, ne vediamo sempre diversi e di diverse dimensioni. Il problema, infatti, è che ne togliamo qualcuno e ne arrivano sempre nuovi. Per questo motivo, il Comune di Chiaramonte e la Polizia Municipale hanno attivato tutte le forze per poter mettere un freno a questo fenomeno”.
Quali sono i mezzi adottati?
Avevamo più di 90 cani al canile Maia. In tutto, i cani ci costavano circa 80 mila euro l’anno. Ormai, abbiamo deciso di adottare una diversa strategia: 50 di questi cani sono già stati trasferiti in Emilia – Romagna, a Modena, e sistemati in tre canili gestiti dall’ENPA. I cani che arrivano in questi canili hanno un’alta probabilità di essere adottati. L’accordo, infatti, prevede che se dopo 6 mesi la metà dei cani non sono stati ancora adottati, le spese di gestione saranno dimezzate. Dal canile Maia, nei prossimi giorni, partirà un’altra spedizione di 30 cani.
Perché si è deciso di spostarli?
Al Maia si adottava pochissimo. Qui, invece, ci garantiscono non solo un’attenta cura del cane, ma anche libertà di movimento: i canili, infatti, hanno al loro interno degli spazi in cui i cani possono sgambettare liberamente. Inoltre, abbiamo un’ottima probabilità che i cani verranno adottati. L’idea, infatti, non è solo quella di risparmiare, ma anche di trovare loro dei padroni. Quindi, non solo si risparmia, ma il cane viene trattato in maniera dignitosa con un’alta prospettiva di trovare loro una casa.
Molte sono le segnalazioni dei cittadini che lamentano la presenza di branchi di cani in giro. Che cosa si può fare?
In questi giorni, abbiamo firmato la convenzione con il rifugio sanitario di Ragusa e abbiamo ottenuto 5 box, sempre a Ragusa. In questo modo i cani saranno sterilizzati, vaccinati e microchippati. Il progetto, infatti, è quello di reinserire alcuni di loro nel territorio, monitorati e accuditi dall’associazione ENPA di Chiaramonte, formata da circa 15 persone che si è ormai costituita ufficialmente. Naturalmente, saranno aiutati dal Comune di Chiaramonte per quanto riguarda il vitto degli animali e le attrezzature. Dell’ENPA, inoltre, fa parte anche il veterinario comportamentista Luca Cantini, che metterà a disposizione la sua professionalità. Non basta un post su facebook, piuttosto bisogna rivolgersi direttamente alla Polizia Municipale. Il comandante Giovanni Catania è partecipe in prima persona.
Ci sono novità anche per cani di proprietà?
Il Comune sta attrezzando un’area recintata nella zona sottostante ai giardini comunali in modo da poter far sgambettare liberamente gli animali.
Assessore, è possibile fare delle previsioni riguardanti questo fenomeno?
Nel giro di due anni, si presume di abbattere i costi: potremmo vedere in giro anche qualche cane di quartiere accudito dall’ENPA. Ricordo, infatti, che un cane sterilizzato, microchippato, accudito e vaccinato, perde quasi del tutto la propria aggressività. Un vero plauso va all’associazione ENPA perché è costituita da volontari. Noi li ringraziamo.
Se qualcuno dovesse sapere di maltrattamenti ai danni di animali, che cosa può fare?
La legge è severissima: maltrattare un cane è come maltrattare una persona. Una delle tante attività che, ad esempio potrà svolgere l’ENPA , coadiuvata dalla Polizia Locale, è quella di girare per le campagne e avviare una vera e propria opera di sensibilizzazione. Anche i cani domestici, infatti, dovrebbero essere microchippati.
C’è un appello che vuole fare?
Denunciate. Denunciate sempre. Soprattutto se sapete di maltrattamenti. Ma non basta un post su facebook, piuttosto rivolgetevi alle forze dell’ordine e principalmente ai Vigili Urbani.