Per una volta ci sono dati certi su chi ha vinto e chi ha perso e non ci sono dichiarazioni che cercano di mascherare crolli epocali con sostanziali tenute dell’elettorato.
Il Pd, a livello nazionale ha ottenuto l miglior risultato di ogni tempo, superiore al 40%, agglomerando le voci della protesta in un anelito di speranza verso il futuro.
Si è invece fermata la corsa del Movimento 5 Stelle, e di Grillo in particolare, verso i palazzi del potere, dove hanno trovato i portoni chiusi come quando al supermercato c’è l’inventario: in attesa di fare la conta e di risistemare la merce, a nessuno è consentito di entrare.
Prevedibile calo di Forza Italia, che non si può addebitare alle tensioni e alle rivalità interne se è vero che il PD delle mille correnti ha trionfato. E’ confermata, piuttosto, l’esigenza di una revisione totale del centro destra se è vero che i classici alleati dell’area, messi insieme, superano il 30%.
In questa tornata per le europee c’è di buono che scompaiono i partitini, buoni solo per condizionamenti surreali, e vengono eliminati dalla scena politica personaggi di dubbia valenza che pure hanno influito sulle sorti della nazione, in più occasioni.
Tutti da scoprire quali possono essere, a breve, i riflessi sulla situazione politica nazionale che, fino a nuove politiche, si muove nelle sabbie mobili di una sostanziale ingovernabilità per la mancanza di una solida maggioranza.
Più chiari gli scenari che si profilano a livello siciliano, in un contesto di risultati apparentemente diverso: percentuale sensibilmente più bassa per il PD, che non va oltre il 34%, mentre accettabili risultati sono conseguiti dal Movimento 5 Stelle, poco oltre il 26% e da Forza Italia che supera il 21% e conferma, con i dati di NCD e Fratelli d’Italia, la sostanziale tenuta del centro destra.
Senza dubbio per il PD un salto rispetto alle regionali 2012, quando arrivò solo al 13,43, che consente al partito democratico di essere il primio partito nell’isola. Anche il Movimento di Grillo cresce, comunque, di ben 12 punti, passando dal 14,88 al 26,30.
Ottima la performance di Forza Italia che, da un 12,9 come PDL, doppia, abbondantemente i ‘cugini’ di NCD che vengono ridimensionati nel loro 9,13 % in coabitazione con l’UDC che, da solo, alle ultime regionali aveva conquistato il 10,84%.
Se si va a vedere che una delle colonne portanti del PD in Sicilia è stato Lino Leanza, con il suo Articolo 4 e con la sua candidata Michela Giuffrida, un politico che certo di sinistra non si può definire, occorre una diversa lettura dei risultati. Anche alla luce del flop della Stancheris, espressione diretta del Governo Regionale e del suo Presidente, e di quello del candidato ufficiale della corrente renziana, l’agrigentino Zambuto.
Lettura che fa intravedere una improrogabile revisione degli equilibri all’interno delle correnti del PD, con effetti diretti sulla composizione della compagine all’interno del governo regionale.
Eletti sono risultati il sardo Soru e le siciliane Chinnici e Giuffrida per il PD, per il M5S l’esponente sarda Moi e il siciliano Corrao, il sardo Cicu e il catanese Pogliese per Forza Italia, Giovanni La Via per NCD.
I risultati attendono di essere confermati dal Ministero dell’Interno, poiché i seggi vengono attribuiti sulla base dell’affluenza alle urne, considerando il relativo dato negativo delle isole potrebbe esserci qualche sorpresa nel numero definitivo dei seggi da attribuire alla circoscrizione Sicilia Sardegna, per cui potrebbe essere tolto un seggio, a danno dei parti che hanno ricevuto più voti.