La grande correttezza politica e l’innato senso delle istituzioni aveva portato, prima del ballottaggio, alle ultime elezioni, il candidato Sindaco Cosentini a mettere l’avversario Piccitto nelle condizioni di poter godere della maggioranza assoluta in Consiglio Comunale. Disse colui che risultò, poi, sconfitto nel responso delle urne, che era giusto permettere ad una nuova giunta di essere nelle condizioni di ben amministrare.
Soluzione nobile, ancorché da molti non condivisa, come da chi scrive, che, dopo un anno di esperienza, risulta del tutto inutile e sprecata.
La maggioranza pentastellata che sostiene la Giunta Piccitto risulta inadeguata alle esigenze dell’amministrazione, funzionale solo in termini numerici, poco preparata politicamente, scarsamente competente sulle norme di legge più elementari, impegnata solo a rintuzzare ogni minima critica, brava ad arrogarsi meriti che sono esclusivamente degli assessori, incapace di contribuire con proposte efficaci all’attività comunale, dedita principalmente alla gratuita critica della vecchia politica, e dei suoi esponenti, in nome di un rinnovamento che non riescono a far emergere.
Ma ciò che risulta evidente è l’inconsistenza nel ruolo di sostegno all’amministrazione: lo si è visto nella seduta del Consiglio Comunale di martedì 3 giugno che ha fatto intravedere i grossi limiti della compagine consiliare del Movimento 5 Stelle.
Una serie di interventi, more solito, dediti alla celebrazione delle iniziative della giunta, con grossolane sviste, come quella che scambia un atto di indirizzo per la predisposizione di atti propedeutici ad un servizio di trasporto turistico con la sua istituzione, risibili, e in sede non opportuna, commenti sui risultati delle ultime elezioni europee, capigruppo difficilmente identificabili, due sostituiti secondo le regole del Movimento, uno, scaduto ma in proroga inspiegabile, con dichiarazioni di voto fatte ora da un consigliere, ora da un altro.
Capogruppo in carica e semplici consiglieri che firmano, approvandoli, ordini del giorno dell’opposizione, con valutazioni diverse al momento del voto. Incapaci e inconsapevoli nel non riuscire a mantenere il numero legale alla fine di un serata che se non si può definire la ‘Caporetto’ della maggioranza consiliare, poco ci vuole.
Quello che manca è, soprattutto, l’intervento probante, competente, convinto, a sostegno delle posizioni dell’amministrazione, secondo quelli che sono i canoni accademici della politica.
Se andiamo poi a vedere quello che succede anche nelle Commissioni, dove l’inesperienza e la poca competenza, peraltro riconosciuta dagli stessi consiglieri pentastellati, emerge spesso, viene fuori un quadro non certo confortante per l’attività amministrativa che meriterebbe, in ogni caso un diverso e più convinto sostegno, soprattutto nelle fasi critiche dell’attività consiliare.