Nel corso della seduta del Consiglio Comunale, tenutasi nel pomeriggio di lunedì 9 giugno e all’uopo convocata per l’elezione del vice Presidente del Consiglio, a seguito delle dimissioni dalla carica di consigliere dell’avv. Giorgio Licitra, il civico consesso ha chiamato a rivestire la seconda carica dell’assise pubblica la consigliera Zaara Federico del Movimento 5 Stelle.
Unanimemente apprezzata la scelta dei grillini, detentori dei numeri per l’elezione, anche dai componenti delle minoranze che, in ogni caso, politicamente, avevano indicato come proprio candidato il consigliere anziano Angelo La Porta.
La Federico è stata preferita da 16 consiglieri su 29 presenti e votanti: a la Porta sono andati i 10 voti delle minoranze, una scheda bianca, verosimilmente del Presidente Iacono che ha dichiarato la sua astensione, una nulla e un voto per il consigliere Leggio. Da evidenziare che il rappresentante del Movimento Città ha espressamente dichiarato la sua intenzione di non votare entrambi i candidati che non ha ritenuto all’altezza del compito da assegnare, peri toni accesi, le forzature e gli interventi fuori dal regolamento di cui si sono resi spesso protagonisti
La Federico che, occorre ricordare, è stata la seconda degli eletti del Movimento 5 Stelle, con il ragguardevole bottino di 248 voti, terza se si considerano le 447 preferenze andate al candidato sindaco Piccitto, si è distinta in questo primo anno di consiliatura per una intensa attività a sostegno dell’amministrazione, che l’ha vista sempre protagonista della vita amministrativa della Città.
Nel suo primo intervento, nel ringraziare il consiglio, la Federico ha auspicato di poter essere all’altezza del compito assegnatole, evidenziando la difficoltà di essere la vice di un Presidente che guida in maniera ineccepibile il civico consesso. Nel garantire la massima imparzialità e assicurando di voler tutelare parimenti maggioranza e opposizione, non ha tralasciato di confermare, comunque, il suo ruolo di attenta sostenitrice della maggioranza.
Una elezione che poteva filare liscia per la maggioranza, ancorché fosse stata presentata la candidatura di La Porta, ma che l’inesperienza e la supponenza del gruppo consiliare di maggioranza ha trasformato in una ennesima ‘Caporetto’ per l’immagine, già non troppo solida, della componente pentastellata, il tutto per le superficiali e avventate dichiarazioni del capogruppo Gulino.
Il consigliere Mirabella aveva sostenuto la candidatura di La Porta per la sua rappresentatività data dai 747 voti di preferenza che lo affermano come consigliere più votato dalla città e, quindi, degno e meritevole di rivestire la carica. Ad una dichiarazione di puro stampo politico, profferita, fra l’altro, da un consigliere come Mirabella che risulta sempre ineccepibile e garbato istituzionalmente nei suoi interventi, come da più parti riconosciuto, si è avuta la reazione verbale, assai scomposta, del capogruppo Gulino che ha ostentato, con tono acceso, i 20.000 voti che hanno determinato il governo della città, riferendosi, chiaramente, ai consensi riscossi dal Sindaco al ballottaggio.
Naturali, a questo punto, le rimostranze dei consiglieri di opposizione, nella fattispecie Sonia Migliore e Mario Chiavola, che, in risposta al capogruppo pentastellato, hanno sfruttato l’occasione per rinfacciare ai consiglieri del Movimento 5 Stelle i modestissimi risultati ottenuti alle elezioni comunali, nella cui occasione il Movimento fui capace di raggranellare solo un modesto 9%. E’ stata Sonia Migliore a chiarire a Gulino come i 20.00 consensi sono solo del Sindaco, mentre circa il 90% della città ha inteso esprimere consensi diversi per il consiglio. Solo i meandri della legge elettorale (e le cervellotiche scelte della coalizione che si opponeva a Piccitto, aggiungiamo noi,) hanno permesso ai grillini di passare da soli due o tre consiglieri alla maggioranza assoluta in Consiglio.
Imporre, quindi i numeri, mostrare i muscoli, ignorando la vera rappresentatività, significa per la Migliore, prendere in giro sé stessi e la città. Non meno caustico l’intervento di Mario Chiavola che ha liquidato l’intervento di Gulino buono solo per lasciare il tempo che trova.
Una reazione inappropriata quella di Gulino, che ha lasciato spazio per l’ennesima umiliazione nei confronti del gruppo pentastellato, chiamato ancora una volta, in maniera plateale, ad arrendersi all’evidenza dei numeri che confermano lo scarso gradimento riscosso che, peraltro, non mostra segni di risalita dopo un anno di lavori consiliari.