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“Il culto delle reliquie ieri e oggi”: come è stato realizzato il nuovo reliquiario di San Giovanni

by Irene Savasta
9 Novembre 2018
in Politica
“Il culto delle reliquie ieri e oggi”: come è stato realizzato il nuovo reliquiario di San Giovanni
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Un’ interessante conferenza si è tenuta ieri sera nella chiesa di San Giovanni Battista a Chiaramonte Gulfi dal titolo: “Il culto delle reliquie ieri e oggi”. L’occasione, è stata propizia per parlare della recente ricognizione delle Sacre Reliquie di San Giovanni conservate a Chiaramonte e della realizzazione del nuovo reliquiario in argento cesellato. Recentemente, si è deciso di sostituire il vecchio reliquiario e di realizzarne uno nuovo.La costruzione è stata affidata al maestro argentiere di Palermo Benedetto Gelardi che ha anche realizzato il progetto.

Gelardi, infatti, spiega: “Inizialmente, il progetto prevedeva di sostituire la base e il fusto. Successivamente, invece, abbiamo deciso di cambiare anche la placca”. In pratica, quello odierno è un reliquiario costruito ex novo: tutto in argento, interamente fatto a mano, è stato realizzato con l’antica tecnica dello sbalzo e cesello. Gelardi, infatti, specifica: “E’ una tecnica millenaria che si può realizzare soltanto usando martelli e scalpelli. Inoltre, questi strumenti non esistono in commercio: vengono forgiati dal cesellatore. Ciò significa che questo reliquiario rimarrà un pezzo unico nella storia”. L’intero progetto è stato finanziato dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa.

Ma esattamente, che tipo di reliquie contiene? Si tratta di una reliquia del Battista denominata “ex cineribus” (ceneri), pervenuta a Chiaramonte nel 1757, autenticata l’8 maggio 1757. Oltre alla reliquia del Battista, vi è conservata anche una reliquia “Ex Velo Beata Vergine Maria” (autenticata nel 1850) e una reliquia “Ex ossibus” (frammento osseo della testa) di San Giovanni Battista e di San Pietro da Verona, donata il 24 giugno 2013 alla chiesa di Chiaramonte dal Monastero Domenicano dei Santi Domenico e Sisto di Roma.

Vista la tematica principale della serata, padre Paolo La Terra, Cancelliere della Diocesi di Ragusa, ha colto l’occasione per spiegare al pubblico presente qual è il significato di questo culto. Che senso ha coltivare il culto delle reliquie al giorno d’oggi? Padre La Terra spiega: “Nel Concilio Vaticano Secondo è stato specificato che la Chiesa venera i santi e tiene in onore le proprie reliquie autentiche. Ma chi sono i Santi? Tutti noi, potenzialmente, lo siamo in quanto battezzati. Alcune persone proclamano la loro vita in Cristo e per questo diventano un esempio. Il santo è colui che sappiamo essere presente alla resurrezione dei morti, è colui che vivrà in eterno in Cristo. Per questo, il suo corpo diventa annuncio della resurrezione. Ecco perché ha senso il culto delle reliquie. Il corpo di un santo è anticipazione del destino eterno”.

Padre La Terra spiega che esistono due tipi di reliquie: del corpo e degli oggetti strettamente legati alla vita del santo (abiti, strumenti del martirio, ecc.). La chiesa, però, ha bisogno di un certificato di autenticità. Questo, soprattutto per i santi recenti, non è un problema. Per autenticare invece le antichità, ci si affida principalmente alla tradizione scritta e agli esami che è possibile effettuare. Per quanto riguarda le reliquie di San Giovanni, Padre La Terra racconta l’excursus che si è dovuto fare per trasferirle dal vecchio reliquiario al nuovo: “Il certificato di autenticità delle reliquie di San Giovanni era custodito insieme ad esse. Oggi, invece, è stato inserito solo il verbale ma il certificato si trova in cassaforte. E’ una misura preventiva in caso di furto: senza quel certificato, il reliquiario è inutile. Inoltre, quando abbiamo aperto il vecchio reliquiario ci siamo accorti che mancavano alcuni sigilli. Negli anni ’60, infatti, era stato aperto per mettere dentro un pezzo di stoffa damascata rossa. La questione si è risolta perché per fortuna sono stati rintracciati i testimoni di quell’evento, i quali hanno giurato sulla Bibbia che le reliquie non sono state manomesse”.

Ma le soprese non sono finite. Padre La Terra, infatti, spiega: “Quando abbiamo aperto il vecchio reliquiario, inoltre, abbiamo trovato una sorpresa: all’interno c’erano dei frammenti ossei avvolti in un pezzo di carta. Al momento, sono custodite in attesa che Roma possa controllarle e verificare con più accuratezza per capire a chi appartengano”. Il reliquiario nuovo, infatti, contiene solo le reliquie certificate, cioè quelle di cui si è sicuri dell’autenticità. Appena il reliquiario nuovo è stato completato, il Vescovo ha esaminato i certificati e letto il verbale che è stato firmato. Infine, Padre La Terra spiega: “Quando la reliquia è stata posizionata, l’argentiere ha messo il coperchio e il contro – coperchio, passato il nastro rosso attraverso le fessure e fissato tutto con la ceralacca per sigillare. Se uno provasse ad aprirlo, potrebbe solo romperlo.E se si rompe, te ne accorgi.Ricordate, dunque, che le reliquie sono una presenza amica, perché rimandano sempre a Cristo: sono le testimonianze e l’annunzio della resurrezione”OLYMPUS DIGITAL CAMERAOLYMPUS DIGITAL CAMERA

Tags: Chiaramonte Gulfinuovo reliquiaiosan giovanni battista

Irene Savasta

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