Una richiesta di convocazione, firmata da ben sette consiglieri, della Commissione Ambiente, inoltrata in data 3 settembre 2013 (duemilatredici) è stata esitata, dal Presidente Liberatore, solo dopo 9 mesi, una gestazione difficile, evidentemente.
Un lungo travaglio, che non dato i risultati richiesti, un parto incompleto, dal momento che, nella richiesta, che aveva per oggetto il tema della crisi idrica e dell’inquinamento delle fonti, si rilevava la necessità della presenza dei soggetti e delle autorità d’ambito interessate, nonché del Sindaco e degli Assessori all’Ambiente e alle Attività produttive.
Convocazione per il 20 giugno 2014, che ha visto la presenza, unica per quanto gradita, di una Dirigente dell’Arpa. Assenti i rappresentanti del Genio Civile, della Protezione Civile, dell’Azienda Sanitaria, delle associazioni e delle organizzazioni datoriali dell’agricoltura. Gravissima, se rispondente alla verità, la mancata convocazione degli assenti. Gravissima la mancanza di valide giustificazioni per il ritardo nella convocazione, per le mancate convocazioni e per l’assenza dell’amministrazione.
Tutta da valutare l’opportunità della convocazione e la trattazione del tema, dopo mesi dall’apice della crisi che, nel frattempo, pare risolta.
Una vicenda che non permette a nessuno, ormai, di criticare abitudini e consuetudini della vecchia politica, inutili convocazioni di comodo che si risolvono solo, per tutti indistintamente, in formali sedute buone solo per percepire il gettone di presenza e che rendono sterili le sbandierate intenzioni di moralizzare la vita pubblica.
Significative le dichiarazioni, al riguardo, del consigliere Giorgio Mirabella, di Idee per Ragusa, che riportiamo integralmente:
“Tre sono state le criticità emerse ad apertura dei lavori della Commissione Ambiente di stamani che, nonostante sia stato tra i consiglieri richiedenti per tenerla, ho preferito abbandonare per il pressapochismo dei metodi con cui il presidente Giovanni Liberatore ha ritenuto di convocarla e gestirla”.
“Si sarebbe dovuto parlare stamani di emergenza idrica, rispetto quanto accaduto mesi orsono a Ragusa. Tale richiesta al presidente Liberatore era stata protocollata, dai consiglieri richiedenti, il 23 settembre dello scorso anno. Dunque abbiamo una risposta in tal senso dopo dieci mesi dalla richiesta di convocazione. Già la tempistica mi sembra piuttosto tardiva, rispetto al fatto che non solo avevamo bisogno di risposte circa l’attività posta in essere dall’Amministrazione per evitare il ripetersi di quei problemi che hanno messo in ginocchio un’intera città, ma avevamo una proposta concreta da porre in essere.
L’obiettivo infatti non era svolgere una seduta di commissione fine a se stessa, ma procedere alla costituzione di un tavolo di lavoro che potesse affrontare in generale la crisi idrica, anche in vista del periodo estivo e dell’aumento considerevole di persone che andranno a vivere lungo la fascia costiera.
Un passaggio che si sarebbe potuto espletare alla presenza di tutti gli attori che hanno avuto un ruolo importante in questa vicenda, ma così non è stato.
E qui veniamo alla seconda criticità riscontrata. Il presidente Liberatore ha ritenuto, in modo discrezionale, di invitare a prendere parte ai lavori di stamani esclusivamente il dirigente dell’Arpa, che ringrazio di cuore per la disponibilità data. Ma non si capisce perché mancavano, come da nostra richiesta, i rappresentanti del Genio Civile, della Protezione Civile, dell’Asp e i rappresentanti delle associazioni di categorie interessate.
A tali assenze, e si giunge alla terza criticità, si è registrata anche quella dell’Amministrazione che ci avrebbe dovuto fornire le risposte in termini operativi rispetto quanto messo in campo.
A nulla è falsa la difesa d’ufficio che il presidente Liberatore ha ritenuto di porre in essere per giustificare l’assenza di un rappresentante della Giunta che rimane l’unico organismo deputato a fornire risposte e rassicurazioni ai consiglieri e dunque alla cittadinanza.
Considerate, dunque, tutte queste criticità che evidenziano il disinteresse evidente di chi presiede l’organismo a farlo funzionare come dovrebbe, ho ritenuto di abbandonare i lavori che, nonostante la qualificata presenza del dirigente dell’Arpa, non sarebbero potuti esser esaustivi rispetto quelle che erano le istanze formulate nella richiesta del 23 settembre dello scorso anno.
Ciò evidenzia – conclude Mirabella – l’inefficienza della presidenza della terza commissione nell’intuire le priorità dei temi da trattare, nelle modalità con cui indire la stessa seduta di commissione, e la tardività delle risposte che devono essere date ai consiglieri che, sottoscrivendo la richiesta in oggetto, avevano posto un problema serio e inderogabile a chi di competenza”.