La Polizia Giudiziaria ha eseguito il fermo di MARON Oussman nato in Senegal nel 1984 e CONTE Ibrahima, nato Gambia nel 1992, in quanto responsabili dei delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La traversata ha provocato il decesso di 45 migranti (in corso d’identificazione) come conseguenza non voluta dagli stessi scafisti. Inoltre , risponderanno del reato di sequestro di persona, perché i migranti deceduti sono stati messi nella stiva al momento della partenza, solitamente adibita alla conservazione del pesce, senza alcuna possibilità di poter accedere alla zona sopra coperta che avrebbe permesso loro di rimanere in vita. Alle ore 13.17 del 29 giugno 2014 il Comando Generale delle Capitanerie di Porto ha ricevuto una segnalazione di una imbarcazione che si trovava alla deriva nelle acque internazionali antistanti le coste libiche con i motori in avaria e con più di 650 migranti a bordo. Arrivati sul posto segnalato, le Navi “Grecale” e “Chimera” una volta raggiunto l’obiettivo e visto l’imminente pericolo di vita a cui erano esposte le persone che si trovavano a bordo dell’imbarcazione alla deriva, hanno iniziato subito il trasbordo dei migranti. Alle ore 20.50 del 29 giugno, la nave Chimera ha recuperato un totale di 353 persone, provenienti da paesi del centro Africa e dalla Siria, di cui 273 uomini, 27 donne e 53 minori, mentre altri 239, di cui 204 uomini, 12 donne e 23 bambini sono saliti sulla nave Grecale. Messi in salvo tutti i migranti, il personale delle due unità navali ha ispezionato l’imbarcazione clandestina ed ha accertato che all’interno della stiva c’erano numerosi cadaveri. I corpi non potevano essere recuperati se non prima di giungere in porto, operazione che è stata conclusa alle ore 05.30 del 2 luglio a Pozzallo. Alle ore 05.30 di oggi sono state portate a termine le operazioni di estrazione e recupero dei cadaveri a bordo del peschereccio, attività che è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Ragusa direttamente sul posto nella persona del Procuratore Capo Dott. Carmelo Petralia. Tutte le fasi precedenti il recupero e contestuali allo stesso sono state “cristallizzate” dagli uomini della Polizia Scientifica che sono dovuti salire a bordo del peschereccio per l’attività di sopralluogo, in questo caso particolarmente delicata per gli spazi angusti e soprattutto per l’importanza degli elementi da acquisire. 45 in tutto i corpi recuperati, tutti uomini, verosimilmente maggiori d’età e provenienti dal centro Africa. Le salme sono state tutte trasferite presso un centro polivalente della Protezione Civile a Pozzallo a poche centinaia di metri dal C.P.S.A., elemento che favorirà le operazioni dei medici legali e della Polizia Scientifica, così come il riconoscimento dei cadaveri da parte dei partenti e compagni di viaggio. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini ancora prima dell’approdo delle due navi. Quando ancora le navi erano a distanza di 14 ore, tramite sistemi informatici in uso alle Forze di Polizia ed alla Marina, è avvenuto uno scambio di file contenti immagini e video subito sottoposti ad accertamenti di Polizia Giudiziaria. Le indagini hanno permesso di ispezionare il peschereccio direttamente in mare. In 16 ore sono stati subito identificati i soggetti sospettati di essere gli scafisti, elemento che è stato confermato dagli altri migranti giunti in un secondo momento sulla nave Grecale. Le condizioni di salute di alcuni migranti sono, per altro, precarie dovute ad una debilitazione per mancanza di cibo ed acqua e dal fatto che erano partiti dalla Libia 36 ore prima. In corso l’audizione di altri testimoni per quanto concerne le responsabilità degli scafisti.