Ci eravamo permessi di accostare la vicenda del Partito Democratico Provinciale alla commedia all’italiana, a quel capolavoro che è stato ‘Amici miei’, e lo avevamo fatto con una punta di malcelato imbarazzo nei confronti di molti esponenti locali del partito che non meritano storie di questo tipo che si prolungano, ormai, da troppo tempo.
Non possiamo non rallegrarci se un autorevole esponente del partito, un ex deputato regionale, acclara la nostra tesi, spingendosi più in avanti, – e chi meglio di lui potrebbe farlo – arrivando a definire la vicenda come una farsa vera e propria.
Abbiamo quindi visto giusto quando abbiamo giudicato la querelle come una cosa da ridere.
Nel bailamme di comunicati che si intrecciano alle gag del tipo: Barone chi ?, Zago chi ?, di renziana ispirazione, è spiccata la lettera inviata dalla Senatrice Padua alla direzione nazionale e alla direzione regionale del Pd, per sollecitare un autorevole intervento finalizzato ad appianare le divergenze emerse.
Una evidente manifestazione di impotenza di fronte alle posizioni invalicabili dei ‘padroni’ del partito che, ormai da mesi, lo utilizzano come feudo da conquistare. Un giudizio tranchant sulla situazione che viene definita, ed è una Senatrice a farlo, di grave violazione e reiterazione di comportamenti che non appaiono confacenti alla natura stessa del Pd ed alla stessa denominazione di Partito Democratico. E’ sempre la Senatrice a parlare di convocazione ‘’anomala’’, rivolta solo ad alcuni e non a tutti i componenti dell’assemblea, che ha determinato una chiara volontà di superare e violare principi democratici ed il rispetto personale dei membri (tutti) dell’assemblea eletta.
Intervento che ha suscitato le perplessità dell’ex deputato regionale Zago, tali da produrre una nota dello stesso dai toni inaspettatamente poco rispettosi nei confronti della Padua, come donna e come Senatrice del Partito, ma, evidentemente, la posta in gioco è talmente alta da far perdere il lume della ragione anche a personaggi ritenuti, finora, della massima moderazione.
Zago giudica l’intervento della Padua, che si rivolge alle segreterie nazionale e regionale, finalizzato solo a rafforzare le polemiche, proveniente da chi si è fatta parte attiva del boicottaggio della stessa assemblea e oggi torna sui media con un intervento a dir poco incoerente, volendo concederle, pur con qualche difficoltà, la buonafede.
Anche Zago si cimenta quindi nella rassegna di episodi, scendendo al livello di quanti si sono voluti tuffare in questa piscina piena di fango, per schizzarne all’indirizzo degli avversari di partito, criticando la senatrice in alcuni passaggi, evidenziando aspetti su cui è facile eccepire riserve per entrambe le fazioni contendenti.
Colorito il passaggio dove viene criticato il rammarico per aver fornito l’immagine dell’esistenza di “palesi momenti di scontro”.
Acclarata la farsa quando si contesta la lettera aperta a due organismi, la direzione regionale e nazionale, che nulla hanno a che vedere né con la situazione provinciale né con eventuali rilievi di ordine formale su quanto avvenuto.
Severo e irrispettoso l’appello alla senatrice di abbandonare le ipocrisie mediatiche e il ruolo di portavoce di parte per dedicarsi a ricucire i rapporti e superare le fibrillazioni che oggi limitano l’azione del partito, cose che, secondo una discutibile opinione dell’ex deputato potrebbero allontanarla dalla luce dei riflettori
Considerazioni insensate e fuori luogo, provenienti da chi, forse, sente la mancanza della stessa luce e ne minimizza gli effetti che, in ogni caso, illuminano la Padua per le qualità che le sono state riconosciute dal Partito e le derivano dall’importante ruolo istituzionale rivestito.