Avevano già replicato alle avventate illazioni e ai giudizi di un consigliere che, nel corso di un intervento in Consiglio Comunale, aveva coinvolto la F.P. CGIL in fatti che si volevano fare esulare dalla missione prevalente del sindacato che è quella di tutelare i lavoratori per la salvaguardia del posto di lavoro e per il riconoscimento ei diritti sindacali.
E’ intervenuto anche il segretario regionale della F.P. CGIL, Michele Palazzotto, a ribadire l’impegno del sindacato e riaffermare la linea di condotta, sempre ineccepibile, perseguita nelle vicende che hanno interessato alcuni lavoratori dell’igiene ambientale del territorio della ex provincia di Ragusa.
Lo ha fatto nel corso di un incontro con gli organi di informazione, alla presenza del Segretario Generale Giovanni Avola, a cui hanno partecipato il segretario generale della F.P Cgil, Aldo Mattisi e il segretario provinciale Giovanni Lattuca.
Come è noto, e come è stato ribadito ai giornalisti, dopo le dichiarazioni del Sindaco di Scicli che aveva parlato di presunte pressioni per assunzioni di personale per l’igiene ambientale, già il 12 giugno 2014, anche a seguito di circostanziati parerei legali, era stata inviata una nota, indirizzata al Sindaco di Ragusa, ing. Federico Piccitto, al RUP, ing. Giulio Lettica, al responsabile del settore 6, ing. Giorgio Pluchino, al dirigente settore 2, dott. Rosario Spata, e per conoscenza al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, al Presidente dell’antimafia Nazionale, al Presidente dell’antimafia Regionale, all’Assessore Regionale alle politiche ambientali, al Prefetto di Ragusa, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, al Presidente del consiglio comunale di Ragusa e a tutti i consiglieri comunali di Ragusa, per chiedere il ritiro del bando d gara semestrale per la raccolta dei rifiuti, per provvedere a inderogabili modifiche al capitolato speciale d’appalto.
Le ragioni della richiesta andavano ricercate nella scarsa tutela del posto di lavoro di alcuni dipendenti che già operavano per la raccolta dei rifiuti su Ragusa, a cui si aggiungevano forti riserve in ordine a verificata insufficienza dei mezzi richiesti, sottostima del costo del personale, impossibilità di raggiungere l’obiettivo della raccolta differenziata, abolizione del servizio notturno, sottostima dei contributi CONAI e abolizione dei lavoratori stagionali.
Le poco meditate affermazioni del consigliere comunale, come ha sottolineato Aldo Mattisi, hanno tentato di mettere in discussione l’agibilità propria del ruolo del sindacato, finalizzato alla tutela del posto di lavoro. Per farlo si sono tirate in ballo vicende di Scicli, senza alcuna analogia con quelle di Ragusa, per cui si è tentato, invece, di far passare azioni per il riconoscimento di particolari diritti sindacali come forme estreme di protesta.
In ogni caso, ha sottolineato il segretario generale della F.P Cgil, per fatti di Scicli non esistono pressioni di nessun tipo per lavoratori che, fra l’altro, salvo uno, non sono stati arrestati. Quando si parla di pressioni è altra materia, mentre occuparsi di questioni sindacali è cosa diversa.
Per quanto riguarda il livello della protesta, è stato fato notare come, per la remunerazione dei dipendenti comunali e per l’igiene pubblica, una protesta a cui hanno partecipato diversi Sindaci, è sfociata nell’occupazione dell’Assessorato agli Enti Locali: non proteste estreme ma ossequio ai temi storici del Sindacato, diritto al lavoro e tutela dei lavoratori, contro i quali, qualcuno, forse, vorrebbe opporre il silenzio che uccide.
Il Segretario Generale Giovani Avola ha espresso notevoli riserve sulla successione dei fatti di Scicli, per cui oggi sono da ritenersi tardive posizioni critiche, senza che si siano attivate indagini interne e denunce alla magistratura contabile.
Per Avola la poca opportunità di talune dichiarazioni nasce dal fatto che chi si occupa di politica non risponde più ai partiti ma esercita un ruolo autoreferenziale per sopravvivere nel contesto di una sceneggiatura in cui gli enti locali sparano sul sindacato per coprire responsabilità e inefficienze.
Si fanno illazioni di illegalità quando, ormai, nel settore dell’igiene ambientale, le proroghe non si contano, a Scicli come a Ragusa.
Michele Palazzotto, (genitore di Erasmo, parlamentare di SEL ndr) ha fatto rilevare come, notoriamente, il settore subisce diverse infiltrazioni di tipo mafioso, che la politica non è riuscita a contrastare.
Per il segretario regionale è sempre valido l’accordo stipulato in sede governativa, a Palermo, con l’allora Assessore Marino, per la tutela incondizionata di tutti i lavoratori, nel passaggio da ATO a SRR: sono i Comuni a non aver ottemperato a nessuno degli obblighi, sulla predisposizione degli ARO, sui Piani di Intervento, con inadempienze che vanno dal tentativo di ridurre i costi sulla pelle dei lavoratori alla minaccia per i livelli occupazionali e per il salario reale.
E’ il sindacato, e segnatamente la CGIL, che ha chiesto un bando unico, per evitare infiltrazioni, la verifica di tutte le inadempienze, il rispetto delle normative, il ritorno ad una condizione di normalità, con attenzione per i costi della differenziata, la funzionalità e l’efficienza dei mezzi, i tentativi di abolire il servizio notturno, arrivando, per extrema ratio a chiedere anche il commissariamento.
Non ci sono lavoratori in esubero, come si vuol far credere, perché con una vera differenziata ne occorreranno cinquemila in più dei tremila che si vogliono mettere da parte. Il sistema rifiuti è assai delicato, senza piani di intervento resta solo il caos, la polverizzazione del sistema attraverso il ritorno in scena di piccole aziende costituisce e costituirà la somma difficoltà del settore: rispetto a questi fatti i sindaci agiscono per giustificare quelle che sono inadempienze, malefatte o incapacità.
Giovanni Lattuca ha sollecitato attenzione per le sfide prossime che attendono il settore in provincia, evidenziando come il sindacato CGIL aveva visto giusto in ordine alla richiesta di procedere direttamente alla gara dei 7 anni. Sottolineando la linearità degli accordi sottoscritti con la supervisione di S.E. il Prefetto, ne ha difeso le linee ispiratrici per cui si sono costruite verità distorte, mentre si è dichiarato fiducioso per il filone di inchiesta in corso che dà riscontro all’intervento della F.P. CGIL nella direzione della legalità.