La Polizia di Stato ha arrestato un tunisino accusato del reato di violenza sessuale. Tre turiste si erano addormentate in tenda nella spiaggia sotto casa del Commissario Montalbano ma la notte scorsa un maniaco si è infilato nella loro tenda abusando di una di loro. Dopo una furibonda lite le turiste italiane sono riuscite a mettere in fuga l’aggressore, grazie anche all’aiuto di due venditori ambulanti del Bangladesh attirati dalle urla delle ragazze. La Squadra Mobile è intervenuta immediatamente dopo aver appreso la notizia e ha preparato un identikit e grazie all’aiuto dei residenti in meno di 6 ore ha scovato il tunisino in un casolare abbandonato mentre stava preparando le valige per fuggire. Si tratta di ELMNACER Abdelkarim nato in Tunisia il nel 1981. Domenica notte tre turiste romane si erano accampate in spiaggia sotto casa del Commissario Montalbano. Ad un tratto una delle tre ha sentito le mani sul seno e poi più giù. Credeva fosse un sogno ma così non era e purtroppo non era neanche un incubo difatti, appena sveglia si è ritrovava addosso un uomo che le strappava i vestiti e la toccava ovunque. Le urla hanno svegliavano le altre due donne che, insieme alla vittima, hanno iniziavano a spingere l’energumeno che in lingua straniera ed uno stentato italiano ha intimato loro di stare zitte, di non urlare. La pronta reazione ha colto forse di sorpresa il tunisino che aveva anche alzato il gomito molto più del normale mettendolo in un primo momento in fuga. Nonostante le urla e la reazione energica delle vittime, l’uomo ha tentato più e più volte di entrare nella tenda ormai chiusa dalla lampo ed ha infilato il braccio per afferrare una delle donne che però lo hanno percosso con il bastone dell’ombrellone. Le donne hanno trovato il coraggio di uscire quando hanno sentito due cittadini stranieri (successivamente identificati come due venditori ambulanti del Bangladesh) che hanno intimato al maniaco di andare via e che stava per arrivare la Polizia. Ma il tunisino non è andato via e ha reagito colpendo la donna con un forte schiaffo al volto. Frattanto l’altra lo spintonava per allontanarlo ma lui stesso ha reagito facendola cadere a terra e procurandole ferite al braccio, quindi le donne sono ritornate nella tenda. Questa lotta tra le vittime ed il carnefice è durata quasi un’ora poiché nessuno le sentiva urlare. Il luogo è frequentato più di giorno che di notte ed è meta dei turisti anche perché non è mai accaduto nulla, nessun fatto reato a parte qualche furto di biciclette. Tra l’aiuto dei due onesti extracomunitari e la ferma reazione, il tunisino è scappato. Le donne totalmente impaurite sono rimaste in tenda pietrificate, chiuse e senza telefoni cellulari. Alle prime luci dell’alba finalmente una della ragazze trovava il cellulare e contatta il 113 che ha inviato prontamente una Volante e ha raccolto le prime informazioni e descrizioni dell’autore del delitto. Gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria in stretto contatto con le ragazze hanno stilato un identikit del presunto violentatore ed hanno iniziato un’attività cosiddetta “porta a porta”, ovvero una richiesta di notizie a di tutti i residenti della nota frazione balneare. Decine di uomini della Squadra Mobile hanno quindi iniziato le perquisizioni a tappeto nella frazione di Punta Secca comprese le abitazioni attigue alla casa del Commissario.
Una di queste perquisizioni ha dato esito positivo: in un casolare abbandonato poco distante dalla spiaggia, è stato trovato un giovane tunisino che aveva raccolto i pochi vestiti in buste di plastica pronto per fuggire via come lui ha ammesso successivamente negli uffici della Squadra Mobile: L’uomo ha cercato di dare spiegazioni anche se non richieste, tanto che i sospetti sono stati sempre più forti, fino a quando con apposite domande è crollato. Considerato che vi erano già dei sospettati, le donne sono state invitate a recarsi presso il Commissariato più vicino al luogo di villeggiatura nel trapanese, dove nel frattempo erano andate. Visionando l’album fotografico hanno riconosciuto subito e senza ombra di dubbio il tunisino che la Squadra Mobile di Ragusa aveva già portato in ufficio. Così come previsto dai protocolli le donne sono state accompagnate subito in ospedale e la donna vittima è stata giudicata guaribile in 5 giorni con la diagnosi di aver un forte stress emotivo da trauma psichico ed alcune escoriazioni.
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