Durante la seduta del consiglio comunale di ieri sera, sono stati portati all’ordine del giorno due punti che riguardavano la modifica agli articoli 16 e 43 del regolamento del consiglio comunale. Sulla modifica all’articolo 43, i consiglieri del gruppo “Cambiare per Crescere” hanno abbandonato l’aula come forma di protesta nei confronti del presidente del consiglio, Paolo Battaglia. Ma andiamo con ordine.
La seduta inizia con le comunicazioni, le interrogazioni e le interpellanze. Prende la parola il consigliere Antonella Occhipinti (PD): “Mi rivolgo al sindaco e chiedo se ha avuto modo di leggere l’interrogazione che abbiamo presentato il 16 ottobre. Chiedo al sindaco se può darci una risposta nell’arco della seduta o comunque entro pochi giorni”. Il consigliere Occhipinti, si riferisce ad un’interrogazione firmata da tutti i capigruppo delle opposizioni in merito al pronunciamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sulla “manifestazione d’interesse” e dei fondi SPRAR. Il sindaco, Vito Fornaro, risponde: “Nei prossimi giorni le risponderò”.
Il consigliere Occhipinti, inoltre, dichiara: “Chiedo al presidente e al sindaco se si intende dare seguito alla diretta streaming”. Il sindaco, risponde: “Abbiamo aspettato il bilancio. Stiamo approntando e verificando tutte le soluzioni”. Il sindaco, invita il segretario comunale, Maria Grazia D’Erba, a spiegare lo stato della situazione. Il segretario, spiega: “Esiste un servizio che consente di avere la verbalizzazione on-line e contemporaneamente la diretta streaming. Ritengo che sia un servizio vantaggioso, si tratta di spendere 110 euro di base al mese. Altri comuni l’hanno già adottato. E’ una cosa che stiamo valutando”.
Subito dopo le interrogazioni e le comunicazioni, si passa alla discussione del punto che riguarda la modifica all’articolo 16 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. L’inserimento del punto all’ordine del giorno è stato chiesto dal sindaco, il quale spiega: “Si tratta di seguire la direttiva dell’assessorato agli enti locali, cioè di evitare discordanza fra statuto del comune e regolamento del comune”. La questione, direbbero i latini, è una vexata quaestio: si tratta della nota diatriba fra il presidente del consiglio e il sindaco per la concessione della stanza dove il presidente può espletare le proprie funzioni. La questione, durante il consiglio, è stata trattata in maniera molto tecnica con una relazione letta dal consigliere Cristina Terlato (Articolo 4) che, in parole povere, chiede che il consiglio rigetti la proposta del sindaco. In sostanza, il consigliere sostiene che il testo proposto dalla giunta ricondurrebbe la modifica alla regolamentazione proposta dal sindaco a principi generici e non specifici. Inoltre, il consigliere Terlato dichiara: “Nella circolare dell’assessorato agli enti locali si rinnova l’invito al sindaco di dare seguito al regolamento”. Il consigliere Antonella Occhipinti, spiega: “Con questa proposta viene in essere un problema che da tempo hanno il sindaco con la presidenza del consiglio e viceversa. Il commissario Carmelo Messina firma una relazione in cui rinnova l’invito al sindaco ad applicare il regolamento. Il nostro voto sarà contrario”. Terlato, si rivolge al sindaco: “Tutto questo è iniziato a gennaio 2013. La risposta del dottor Messina è di luglio. Perché lei ha voluto inserire ora questo punto?” Ma il sindaco, ribatte: “Non rispondo”. Infine, la proposta viene votata: 8 contrari, 4 favorevoli. I voti contrari sono di tutti i consiglieri d’opposizione, mentre i favorevoli sono del gruppo “Cambiare per Crescere” (Savasta, Pastorello, Morreale e Vivera).
A margine del consiglio, è stato chiesto al sindaco un ulteriore chiarimento in merito alla proposta da lui presentata (poi respinta dal consiglio). Fornaro, infatti, dichiara: “La legge e lo statuto comunale prevedono che il presidente abbia una stanza. La proposta serviva per adeguare il regolamento di funzionamento del consiglio comunale allo statuto e al TUEL (Testo Unico Enti Locali), fermo restando che questa questione non ha alcuna importanza, è stato un caso che fosse inserita oggi. Il consiglio deve lavorare su cose importanti. E fermo restando che non si può stravolgere la mappa degli uffici”.
Tornado ai lavori del consiglio, si passa alla discussione sulla modifica all’articolo 43 del regolamento del consiglio. Prende la parola il presidente Battaglia: “Questa proposta l’ho fatta in sede di riunione dei capigruppo, proprio per cercare di portare un clima di serenità. Tutti possono parlare ma non possiamo venire meno alle regole della civiltà”. Il presidente passa poi alla lettura delle modifiche, che prevedono la possibilità di togliere la parola ai consiglieri intemperanti, di richiamare per un massimo di due volte il consigliere e se il consigliere continua ad essere intemperante, il presidente può riservarsi il diritto di espellerlo. Inoltre, qualora la seduta degeneri, il presidente può sciogliere il consiglio e, nei casi più gravi, anche denunciare il consigliere che offende personalmente qualcuno.
Subito dopo la lettura delle modifiche, il consigliere Giovanni Vivera (Forza Italia – Cambiare per Crescere), legge un comunicato-dichiarazione firmato da tutti i consiglieri presenti del gruppo Cambiare per Crescere: “Il ruolo del presidente del consiglio comunale è proprio quello di essere primus inter pares con specifici poteri di direzione e di coordinamento nei confronti di altri membri del collegio. Non si può perdere tempo in cose futili come tali proposte di modifica al regolamento. Vi sono cose molto più importanti di cui il consiglio comunale si deve occupare. Questa è un’offesa ai nostri concittadini, a tutto il consiglio comunale, alla città di Chiaramonte Gulfi e alla sua storia. Chiaramonte si è sempre distinta ed è stata di esempio per gli altri, nell’applicazione dei principi democratici. Con il suo modus operandi, il presidente sostenuto dalle opposizioni, mina le regole fondamentali della democrazia. Questo significa che lei presidente non risulta essere adatto al ruolo che ricopre, ma che colpa abbiamo noi, perché lei presidente avendo perso autorevolezza, ammesso che l’abbia mai avuta, tutto ad un tratto cerca di diventare autoritario”. Più avanti, nel comunicato-dichiarazione, i consiglieri spiegano: “Noi siamo differenti non possiamo scendere a un livello così basso a cui lei ci costringe, non possiamo più abbrutirci e per questi motivi abbandoniamo l’aula e vi lasciamo alla vostra mediocrità e a chi vi suggerisce tali forme di dittature fomentando le vostre menti”.
Dopo la lettura del testo, i consiglieri di “Cambiare per Crescere” presenti, ovvero Giovanni Morreale, Giuseppe Savasta, Stefania Pastorello e Giovanni Vivera abbandonano l’aula. Il consigliere Antonella Occhipinti, commenta così l’uscita: “Che colpa ne abbiamo noi? Beh, ricordo che Battaglia è stato eletto anche grazie al gruppo Cambiare per Crescere. Dire che si voglia minare la democrazia è un po’ esagerato. Il diritto di voto viene mantenuto anche se un consigliere è allontanato dall’aula. Si chiede solo di avere un comportamento educato e civile. Era meglio se questa dichiarazione fosse stata letta da Morreale, visto che è capogruppo. E’ stato proprio Vivera che più volte ha offeso i consiglieri. Lui e qualcun altro. L’articolo è posto a salvaguardia del civile decoro. L’auspicio è che il presidente non ricorra mai a questo articolo”. Il presidente, infine, dichiara: “Su una cosa sono d’accordo. Quando si dice che ci sono cose più importanti. Ma per affrontarle dobbiamo essere tutti sereni”. Infine, il punto viene votato all’unanimità (in aula sono presenti soltanto i gruppi di opposizione: PD, Articolo 4 e Lista Salvatore Nicosia).