“Sai che sei simpatica? Sali in macchina con me che ci divertiamo; dai facciamo un giro, non te ne pentirai”. Sarebbero state queste le parole rivolte da un anziano ragusano ad una bambina di 11 anni che ha cercato di adescare. Per fortuna, l’uomo è stato individuato e denunciato dalla Polizia.
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha individuato un anziano ragusano, C.G. di anni 71, per molestie ai danni di una bambina di 11 anni. Una mamma molto preoccupata qualche settimana fa ha fermato una Volante di passaggio nella zona centrale della città in quanto la figlia era da poco salita a casa riferendo di aver ricevuto avance da parte di un anziano che aveva tentato di adescarla e farla salire in auto. La giovane madre si era precipitata in strada senza neanche chiamare la Polizia in quanto voleva capire chi fosse quell’uomo descritto dalla sua bambina ma giunta in strada l’auto non c’era più.
I due agenti di servizio hanno allertato subito gli investigatori della Squadra Mobile che si occupano di questo genere di reati; con l’aiuto della piccola gli agenti di Polizia hanno ricostruito presso gli uffici della Questura di Ragusa un identikit del probabile autore ed avevano già qualche sospetto su altre segnalazioni ricevute mesi prima di un anziano che girava spesso in auto senza però mai tentare di adescare nessuno. Questa volta la piccola, nonostante la paura, era riuscita a memorizzare parte della targa e pertanto è riuscita a dare un fondamentale impulso all’attività d’indagine.
In pochi giorni, tramite l’incrocio dei dati presenti nel sistema centrale d’indagine, gli investigatori della Polizia di Stato con l’aiuto della Polizia Scientifica sono riusciti a dare un volto al possibile molestatore. Al termine dell’attività è stata richiesta la presenza della piccola, che in compagnia dei genitori ha riconosciuto l’anziano tra i tanti soggetti mostrati e permetteva così di denunciarlo. Il soggetto dopo poche ore è stato individuato e condotto in ufficio e spontaneamente ha confessato di aver fatto una “stupidaggine”, adesso dovrà attendere il processo ben consapevole che la Polizia di Stato lo tiene sott’occhio per evitare eventuali comportamenti costituenti fatti reato ben più gravi.