Il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro, risponde all’interrogazione presentata qualche settimana fa dai capigruppo delle opposizioni sulla questione “fondi SPRAR”. Come si ricorderà, in seguito al parere negativo formulato dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) arrivato ad inizio ottobre, i capigruppo Antonella Occhipinti (PD), Cristina Terlato (Articolo 4) e Vito Alescio (gruppo Salvatore Nicosia), hanno presentato un’interrogazione in cui si chiedeva al sindaco quali atti concretamente l’ente intende adottare in seguito al parere sfavorevole dell’Autorità. Il sindaco risponde in quattro punti.
Nel primo punto, spiega: “E’ stato chiesto al servizio centrale del sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) di confermare la doverosità e legittimità del trasferimento della somma già accreditata al Comune nei confronti della cooperativa Nostra Signora di Gulfi”. Il secondo punto, completa il secondo: “E’ in atto una interlocuzione con il servizio centrale e il Ministero degli Interni per confermare la prosecuzione del progetto finanziario”. Per ulteriore chiarimento, è stato chiesto al sindaco di commentare queste risposte.Il primo cittadino spiega: “In sostanza abbiamo chiesto un parere al servizio centrale e al Ministero, visto che i fondi sono i loro. Se il servizio centrale ci autorizza, dato che sull’argomento è stata fatta a suo tempo una mozione d’indirizzo, noi paghiamo le somme”.
Nel terzo punto della risposta, si legge: “E’ intenzione dello scrivente proporre regolare esposto alle autorità competenti nei confronti dei Comuni che hanno adottato la stessa procedura di scelta del partner per la presentazione del progetto”. In merito a questo punto, l’amministrazione ha sempre ribadito il fatto che Chiaramonte non è stato l’unico Comune d’Italia che ha adottato la procedura della manifestazione d’interesse. il sindaco, infatti, spiega: “Ci riserviamo la possibilità di fare un esposto all’Autorità per segnalare anche gli altri Comuni. Lo stesso metodo applicato per noi deve essere applicato a tutti gli altri. Aspettiamo in ogni caso le informazioni che ci darà il Ministero e capiremo a quel punto se sarà il caso di procedere. Vogliamo capire a questo punto perché questo metodo ha funzionato per gli altri e per noi no”.
Infine, nel quarto punto alla risposta, si legge: “Sono in via di valutazioni eventuali irregolarità nella votazione e nella composizione della commissione di inchiesta del consiglio comunale”. Il sindaco, in merito a questo punto, dichiara: “Due o tre giorni prima che si costituisse in consiglio la commissione d’inchiesta, il consigliere Nicastro ha avuto un incarico professionale dall’Opera Pia Istituto Rizza-Rosso. Durante quel consiglio, chiese al consigliere Stefania Pastorello di uscire perché dipendente della cooperativa. Però lui è rimasto. A noi questo metodo sembra poco trasparente”. Anche questa questione era già stata sollevata qualche settimana fa, con relativa risposta del consigliere Nicastro. Durante quella seduta, in ogni caso, la costituzione della commissione d’indagine fu votata all’unanimità, anche con i voti del gruppo “Cambiare per Crescere” fedele al sindaco Vito Fornaro. In merito a questa considerazione, Fornaro spiega: “Noi non eravamo contrari alla costituzione della commissione. Contestiamo il metodo, ci sembra quantomeno strano”.