Vicenda fondi Sprar. I capigruppo delle opposizioni Antonella Occhipinti (Pd), Vito Alescio (Lista Salvatore Nicosia) e Cristina Terlato (Articolo 4), rispondono al sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro, con un comunicato stampa in cui viene chiesto al primo cittadino di dare risposta a nove domande ben precise. Come si ricorderà, la vicenda ormai si trascina da un anno, dal momento in cui l’opera Pia Istituto Rizza-Rosso effettuò un esposto all’autorità di vigilanza segnalando la manifestazione d’interesse indetta dal Comune e che vide assegnataria del fondi ministeriali la cooperativa Nostra Signora di Gulfi.
Le opposizioni accusano il sindaco di “alterare la verità” e in particolare, si legge: “Il sindaco Vito Fornaro attacca inopinatamente l’opposizione sostenterò che quest’ultima non voleva che si erogassero le somme alla cooperativa assegnataria del servizio per l’attività espletata. Ancora una volta il sindaco altera la verità in quanto mai l’opposizione ha sostenuto quanto sopra. L’opposizione in consiglio comunale si è limitata a dire, con una mozione, che si provvedesse a saldare quanto spettava alla cooperativa assegnataria solo dopo la pronuncia dell’ANAC e ciò per tenere indenne il comune da qualsiasi responsabilità gli si potesse attribuire”. Inoltre, l’opposizione continua: “Se il sindaco era così sicuro di potere procedere al pagamento perché non lo ha effettuato prima come in altre occasioni dal momento che i soldi sono in cassa dal mese di agosto?”. L’opposizione rincara la dose e accusa il sindaco di voler: “Scaricare su altri le colpe che sono solo sue per aver voluto effettuare una procedura di gara pasticcia, irregolare ed illegittima, come si evince dal deliberato dell’autorità nazionale anticorruzione”.
A questo punto, l’opposizione elenca una serie di criticità che l’anticorruzione ha evidenziato e chiede al sindaco di rispondere ai seguenti punti:
“Perché il comune si è inventato una procedura di gara che non trova riscontro in alcuna normativa vigente.
Perché il termine concesso per la ricezione delle offerte è stato “estremamente breve”.
Perché non è stato indicato il prezzo a base d’asta.
Perché si è scelto un criterio di aggiudicazione della gara diverso dagli unici due previsti dalla vigente normativa.
Perché l’amministrazione in un protocollo d’intesa stipulato pochi giorni prima della scadenza del bando con la cooperativa aggiudicataria aveva già deciso che sarebbe stata proprio la cooperativa l’affidataria dello svolgimento della gara.
Perché sono state valutate attestazioni prodotte dalla cooperativa aggiudicataria che si riferiscono a convenzioni o accordi stipulati dopo la pubblicazione della gara.
Perché è stato applicato il cosiddetto “soccorso istruttorio” per ammettere successivamente allo svolgimento della gara documenti o dichiarazioni che dovevano essere presentati unitamente all’offerta.
Perché ha partecipato, e non lo poteva fare, l’esperto del sindaco pagato dal comune alla fase di valutazione dei progetti.
Perché il CIG obbligatorio per legge, è stato richiesto solo dopo l’espletamento della gara.”
L’opposizione, infine, aggiunge: “Queste sono le risposte che il sindaco dovrebbe fornire alle opposizioni, alla cittadinanza e alle autorità competenti e che non ha mai fornito, per eliminare qualsiasi dubbio sul fatto che la gara sia stata creata ad hoc per favorire qualcuno dei partecipanti”.