Ci sono bilance e bilance. Evidentemente quella che hanno impiantato al centro comunale di raccolta, la cosiddetta bilancia pesa rifiuti, annunciata come una vera e propria rivoluzione copernicana nel contesto della gestione del servizio ambientale, non ha dato i frutti sperati. Prima ha fatto registrare un intoppo, poi è stata riparata, quindi si è definitivamente guastata. Il tutto nel giro di una manciata di settimane da quando l’avveniristico dispositivo era stato impiantato e presentato in pompa magna dal sindaco ragusano Federico Piccitto e dall’assessore non ragusano (ma che ci farà poi una persona di fuori provincia ad occuparsi delle cose di casa nostra, questo ancora è da ben comprendere; sembra una vera e propria offesa alle intelligenze del nostro territorio che pure sappiamo esserci) Antonio Zanotto. Proprio quest’ultimo è stato costretto ad issare bandiera bianca, addebitando tutte le responsabilità alla società fornitrice della bilancia. Anche perché, negli ultimi giorni, le lamentele dei cittadini, soprattutto di quelli che avevano già utilizzato il dispositivo, ricavandone l’apposito scontrino, si sono accavallate dopo che gli stessi sono stati informati di avere perso i punti “ecobonus”, quelli che danno diritto allo sconto sulla bolletta dei rifiuti, nonostante avessero espletato correttamente gli adempimenti richiesti (in alcuni casi, a dire il vero, sembra che il recupero dei punti sia stato effettuato, visto che gli stessi sono stati annotati più premurosamente a mano, nella sempreverde agenda cartacea). Zanotto e il sindaco sono stati costretti a fare “outing”, nel senso di ammettere che il guasto sembra irrimediabile e che i pezzi sostituiti dalla ditta che ha fornito la bilancia non avrebbero risposto in maniera efficiente alla loro funzione. Motivo per cui, dopo che gli uffici appureranno l’accaduto, non è da escludere neppure l’avvio di un contenzioso tra il Comune e la ditta fornitrice. Resta da comprendere, però, se ed in che termini sarà ripristinato il servizio. Ci si rivolgerà ad un’altra ditta? E perché quella fornitrice ha deluso le attese? Chi aveva effettuato la scelta? Attraverso quali procedure? Interrogativi che, dalle parti di palazzo dell’Aquila, restano per il momento senza risposta.