Marina di Ragusa nel mirino. Per due differenti motivi. Da un lato la spiaggia che sta scomparendo, per l’inevitabile e inarrestabile fenomeno dell’erosione costiera. Dall’altro la difficoltà per i residenti di iscrivere i propri figli alla scuola dell’infanzia. Due questioni, segnalate da altrettanti consiglieri comunali, nel primo caso Giorgio Mirabella, nel secondo Angelo Laporta, destinate ad avere ricadute negative sulla qualità della vita di tutti coloro che hanno scelto di vivere la borgata marinara tutto l’anno.
Anzi, diremmo di più. Per quanto concerne la scomparsa della spiaggia, mentre il mare avanza, circostanza che si sta verificando con maggiore insistenza in prossimità del secondo tratto del lungomare Andrea Doria, nei pressi dei circoli nautico e velico, il problema, con l’arrivo della prossima stagione estiva, riguarderà tutti.
E non si capisce quali possano essere i rapidi interventi di ripascimento, così come giustamente invocati da Mirabella all’Amministrazione comunale, che permetteranno se non di eliminare quantomeno di attenuare il problema. E’ forse colpa della realizzazione del porto turistico? Interrogativo pesante quanto un macigno. Che nessuno, per il momento, è in grado di sciogliere.
E non avrebbe neppure senso perché la questione nodale, adesso, resta quella di comprendere come si potrà intervenire per cercare di salvare il salvabile. Sempre che, come sembrerebbe, non sia troppo tardi. Più problematica per le famiglie, e con effetto quasi immediato, l’altra emergenza. A fronte di 30 richieste pervenute, la scuola dell’infanzia di Marina sarebbe in grado di accoglierne soltanto quindici. E gli altri?
L’Amministrazione comunale avrebbe proposto la soluzione di istituire dei bus navetta per fare frequentare agli esclusi le scuole dell’infanzia di Ragusa. Ma vi immaginate piccoletti dell’età di tre anni alzarsi all’alba e percorrere cinquanta chilometri al giorno, 25 all’andata e altrettanti al ritorno, pur di assicurare la propria presenza a quella che sembra ormai essere diventata una tappa fondamentale per la crescita? Appare un discorso improponibile.
E se ne saranno accorti alcuni genitori che proveranno ad ovviare al disagio nell’unico modo possibile, tenendosi i figli a casa. Ma non si può individuare un’altra strada da percorrere? Laporta suggerisce l’individuazione di almeno un paio di classi nell’edificio delle scuole elementari e medie da adibire alla fruizione dei piccoli della materna. Appare ovvio che, però, la problematica è abbastanza pesante e che, ancora una volta, si è rischiato di andare avanti verso una via irta di ostacoli. Come al solito, manco a dirlo, a farne le spese sono i cittadini.