“All’una e un quarto suonarono le campane: nessun’altra risposta da Dio. Si portò istintivamente le mani alle orecchie, così come faceva quando era bambino. Parlami o vattene!”
Presentato ieri, a Chiaramonte, il romanzo opera prima di Irene Savasta “Il sapore della Ruggine”.
Irene Savasta, nata a Ragusa, vive attualmente a Chiaramonte Gulfi ed è giornalista pubblicista. Ha conseguito la Laurea triennale in Lettere Moderne e sta per conseguire la Laurea magistrale in Filologia Moderna.
Grande partecipazione di pubblico a Chiaramonte per questa attesa presentazione. Oltre alla stima e all’affetto per Irene Savasta, alla gioia dei partecipanti di condividere con lei un traguardo importante, sicuramente ha destato molta curiosità la scelta del titolo del Romanzo, centro poi di argomentazione durante la conferenza.
Ad aprire la Presentazione è stata la D.ssa Giulia Sottile, psicologa , che si è occupata di scrivere il saggio introduttivo al romanzo e ha voluto condividere con gli ospiti in sala la sua analisi profonda e i tratti salienti del libro.
“Irene Savasta è un’abile fotografa e coglie gli sguardi dietro le lenti degli occhiali“, scrive nel suo saggio, e ancora ” il sapore della ruggine è la secchezza di quando ci mancano le parole ma ancor più in profondità sono i pensieri stessi a mancarci, quando sarebbero così intollerabili che preferiamo sopprimerli per non doverne accettare l’esistenza”.
Il protagonista del libro è Ivan, che compie un percorso di vita molto simile a molti giovani d’oggi per certi tratti. Costretto ad andare al nord , per diversi anni ,per motivi di studio e lavoro, ci descrive qui il rientro nella sua Sicilia, attraverso scorci, odori e colori tipici della nostra terra. Ma ancor più, chi è chiaramontano, ritroverà dei “ritratti” del paese proprio attraverso piccoli dettagli che solo chi è nato e vissuto qui può riconoscere.
E ancora, altro elemento centrale il mare , il rapporto con esso, che è tipico di chi è nato in questa terra: “A guardare le onde infrangersi contro gli scogli e pensare che anche lui avrebbe voluto essere pietra, per non sentire nulla”.
Il percorso di Ivan si complica con la morte del padre, quindi con la presa di coscienza del dolore: “Insieme a suo padre era morto anche quel bambino dodicenne , e lui era diventato un analfabeta dal punto di vista sentimentale”.
La D.ssa Sottile evidenzia come Irene Savasta ha utilizzato, nella citazione riportata, un termine esattissimo per descrivere la condizione di chi non è stato appunto “alfabetizzato” alle emozioni”.
Alla fine dell’analisi della D.ssa Sottile, la parola va al Dott. Alessandro D’Amato, antropologo, che si occupa invece di effettuare un analisi legata più all’ambientazione del romanzo, anche perché da buon chiaramontano riesce a cogliere meglio l’essenza dei luoghi, dei sapori e del contesto. Conoscendo anche personalmente Irene Savasta, trova tra lei e il protagonista del romanzo quelle che secondo lui sono note autobiografiche e pone ad Irene delle domande, in merito. In particolare si focalizza sul nome del protagonista “Ivan” che secondo lui, avendo la lettera iniziale in comune col nome dell’autrice, è un chiaro segno autobiografico.
La parola va all’autrice, che effettua prima un suo personale percorso di presentazione del romanzo e poi comincia a rispondere alle domande poste.
Alla domanda del Dott. D’amato risponde che la scelta dl nome Ivan del protagonista non ha nulla di autobiografico, ma è stato un omaggio all’Ivan Karamazov di Dostoevskij, che è l’autore che l’ha maggiormente ispirata.
Nella sua argomentazione, conferma che l’ambientazione è tipica chiaramontana, anche quando la collega giornalista de “il Giornale di Sicilia” Francesca Cabibbo cita un passo che l’aveva colpita proprio perché rende esattamente la sensazione di quel posto e di quel luogo, se lo conosci e se lo hai vissuto in qualche modo: “Era un vero e proprio labirinto fatto di cappelluzze votive e basole scivolose, ormai levigate dal continuo passaggio umano, una ragnatela segreta che solo chi aveva sempre vissuto in quel posto poteva conoscere”.
Interviene così, il Prof. Grasso, Direttore della casa editrice Prova D’autore, che riallacciandosi a quanto detto dagli interlocutori, racconta simpaticamente i motivi della scelta di pubblicare il romanzo di Irene Savasta.
Sottolinea che la casa editrice riceve circa 400 manoscritti l’anno e che non è semplice o di facile intuizione selezionare quello che poi pubblicheranno. Il romanzo di Irene, dice è stato in primis “raccomandato” dalla D.ssa Sottile che è sin da subito rimasta colpita dalla profondità del testo e dallo spessore culturale che ne emerge. Successivamente, ciò che lo ha realmente entusiasmato è stato leggere che Irene Savasta vive a Chiaramonte Gulfi, paese natìo anche di Serafino Amabile Guastella.
Quindi vedere questa provenienza, il credere che in un paese circoscritto come Chiaramonte, un paese dice il Prof. in cui “Ci si arriva appositamente, non ci si passa!”, lo ha spinto a leggere con ulteriore curiosità il manoscritto.
In risposta invece a quanto più volte ribadito da Irene , che non si tratta di un testo autobiografico, il Prof. Grasso dice che in qualsiasi cosa si scrive, c’è sicuramente una parte di noi stessi, perché non si potrebbe avere alcuna ispirazione diversamente.
Dopo il gradito e apprezzatissimo intervento conclusivo del Dott. Grasso, ad intervenire pure l’amministrazione comunale, nelle persone del Sindaco Vito Fornaro e del Vicesindaco Laura Turcis.
La D.ssa Turcis ,oltre a complimentarsi con Irene per la stesura del romanzo e per questo gradito momento di cultura che ha concesso al nostro paese, si è rivolta al Prof. Grasso sottolineando l’importanza e il valore che la figura di Serafino Amabile Guastella ha sempre avuto a Chiaramonte.
Il Sindaco Ing. Vito Fornaro si è complimentato con l’autrice e si è detto , anche lui, molto soddisfatto di questo pomeriggio culturale, essendo lui in primis un promotore dei giovani e delle loro iniziative anche personali, che in un modo o nell’altro danno un valore aggiunto al nostro paese.
La Conferenza è stata più volte allietata dalle letture di tratti essenziali del libro a cura dell’attrice Roberta Misteriosi, della compagnia Mine Vaganti.
Scatti fotografici gentilmente concessi da Ariane Deschamps.