Buche come se piovesse. Sono bastate due settimane di cattivo tempo per mettere a nudo i limiti delle nostre strade. Da Vittoria, dove la situazione sfiora il dramma, a Modica; da Ragusa a Comiso. Non c’è grande città dell’area iblea che si salvi. Sono i risultati di una gestione nefasta, di una situazione di cassa disastrosa, di una disattenzione istituzionale complessiva che tra l’altro, con la scomparsa delle Province, ha determinato la declassificazione delle strade provinciali a comunali, ampliando a dismisura il raggio di competenze, che significa anche gestione onerosa, degli enti locali territoriali, incapaci ormai di assicurare la manutenzione straordinaria. Sono tempi grami, lo sappiamo, tempi dediti solo al rattoppo che, in alcuni casi, non viene fatto neppure a regola d’arte e che, all’acquazzone successivo, ci sta meno che niente a saltare.
E se a Modica l’hanno presa sul ridere, con l’organizzazione di una emblematica prima edizione di un “Golf challenge” che voleva invitare anche Tiger Woods il quale, però, non se l’è sentita di tirare colpi nella città della Contea in quanto le buche sono troppe, a Ragusa già nello scorso fine settimana si è cercato di correre ai ripari, attraverso il sistema del rattoppo, con risultati tutt’altro che lusinghieri, tanto da costringere l’assessore delegato, Massimo Iannucci, ad annunciare la pubblicazione del bando di gara per la ripavimentazione di buona parte della rete viaria cittadina.
Chissà, forse uno stratagemma per mettere a tacere le lamentele dei numerosi automobilisti e motociclisti che non ne possono più di sopportare un sobbalzo dietro l’altro (che, per dirla tutta, secondo quanto sostengono gli esperti, possono anche procurare delle microfratture alla colonna vertebrale). Ma se le casse comunali del Comune, nonostante l’anticipazione di cassa, non sono prossime al default, come ha dichiarato, tra l’altro, nei giorni scorsi, l’assessore comunale al ramo, Stefano Martorana, perché, allora, non ci si pensava prima? Comunque, meglio tardi che mai. Anche se sarà impossibile, crediamo, riparare l’intera rete stradale. Però sarà già un bel segnale di volontà cominciare da qualche parte.
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