L’eclissi dell’equinozio, ovvero quella che avrà luogo il 20 marzo prossimo, in concomitanza con l’inizio della primavera, spaventa non poco i gestori di rete e la produzione fotovoltaica. Quest’ultima infatti ha raggiunto a livello europeo risultati importanti. Ma il naturale “black out” provocato dal sole per due ore circa potrebbe far perdere circa 34 GW di energia.
Una novità assoluta, che 10 anni fa non avremmo immaginato. L’ultima volta che un’eclissi di sole di questa portata aveva coinvolto l’Europa era il 1999 ma allora il fotovoltaico era molto meno diffuso.
Basti pensare che secondo le statistiche europee, nel 2002 questa forma di energia pulita copriva appena lo 0,1% di tutta l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Ma oggi questa cifra ha raggiunto il 10,5% e, nella sola area continentale, il 3% di tutti i consumi di energia elettrica è coperto dal fotovoltaico.
“Un’eclissi solare non è paragonabile a un’alba o al normale tramonto per via del fatto che la velocità della alimentazione solare è più veloce” ha spiegato la Rete Europea dei Gestori di rete dei sistemi di trasmissione di energia elettrica (Entsoe). “È come avere due albe e due tramonti nella stessa giornata”.
E quel giorno, la nostra stella potrebbe essere oscurata per l’80%. Per gli appassionati dei fenomeni celesti sarà uno spettacolo ma per i gestori di rete sarà un banco di prova. Per questo, l’Entsoe nei giorni scorsi ha reso noto uno studio in cui ha analizzato il potenziale impatto dell’eclissi di sole del 20 marzo.
“Il passaggio di quest’ombra ridurrà considerevolmente la produzione di energia fotovoltaica,” aveva sottolineato qualche tempo fa Dominique Maillard, gestore della rete francese RTE. “Secondo i nostri calcoli, l’impatto potrebbe essere un calo della produzione di ben 30.000 megawatt in tutta Europa”, pari alla capacità di 30 reattori nucleari.
Scherzetti della Natura.
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