Già all’indomani dell’omicidio Brandimarte, avvenuto a metà dicembre 2014, in pieno centro storico a Vittoria, si era subito percepito che nel centro ipparino qualcosa si stava modificando negli assetti della criminalità organizzata. Lo ha messo in rilievo anche l’interrogazione parlamentare del senatore Beppe Lumia che ha fatto nomi e cognomi dei nuovi presunti malavitosi. Di questo, e di altro, si è occupata la commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi che giovedì ha effettuato una serie di audizioni in provincia di Ragusa. Prima la visita a Vittoria, a palazzo di Città, e poi un lungo pomeriggio in Prefettura, a Ragusa.
Per affrontare il caso Scicli e l’attesa per la decisione della commissione prefettizia che dovrà decidere se il Consiglio è inquinato da infiltrazioni mafiose oppure no. Tra gli argomenti affrontati, a sorpresa, anche il caso dell’assessore Angelo Dezio e dell’incarico progettuale ricevuto dal figlio architetto, che è stata la causa scatenante della polemica con l’assessore Piero Gurrieri dell’azzeramento della giunta. Due mesi dopo l’invito ufficiale ricevuto dal sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia per avere in visita la Commissione a Vittoria, la Bindi ha risposto presente con circa 10 componenti, fra cui il vice presidente Claudio Fava. Dichiarazoni ridotte al minimo, come sempre accade in queste circostanze.
“Abbiamo trattato con dovizia di particolari il caso Vittoria – ha detto la Bindi – un po’ anche quello di Scicli, proporremo all’ufficio di Presidenza l’eventualità di aiutare tutti coloro che combattono la mafia con forza e trasparenza. La commissione si farà carico anche di proporre l’aumento di forze dell’ordine, laddove la richiesta ci convince, e Vittoria mi ha convinto”. Il presidente Bindi e i membri della commissione sono arrivati in Prefettura alle 15,00 in punto, ma l’audizione del Comitato per l’Ordine pubblico prima (composto dal prefetto Annunziato Vardè, dal questore Giuseppe Gammino, dai colonnelli di Carabinieri e Guardia di finanza, Sigismondo Fragassi e Alessandro Cavalli) si è dilungato ben oltre i tempi. Così come quelli singoli del sindaco Nicosia e del giornalista Paolo Borrometi per alcuni suoi scritti sulla vicenda mercato ortofrutticolo.
Alla domanda sull’associazione per delinquere finalizzata alla immigrazione clandestina, il dramma del momento in provincia di Ragusa, la presidente della Commissione ha risposto che durante l’audizione che ci sarà a Siracusa, nella giornata di venerdì, affronterà anche quest’ultimo problema. A parlare con la Bindi, al di fuori del vertice che la stessa ha avuto con i rappresentanti istituzionali, anche il presidente dell’Associazione Antiusura Bancaria ‘Aiutiamoci’, Ciro Gianforte, a Vittoria per sostenere il cake designer, Gianfranco Carbonaro. Alla presidente, al prefetto e al sindaco, Gianforte ha raccontato la storia della famiglia Carbonaro che nel giro di 8 mesi ha perso la casa, venduta all’asta, per un ritardo nel pagamento di una rata del mutuo.
“Abbiamo riferito come la banca in questione non solo non ha atteso il mancato pagamento di almeno 7 rate, come prevede la legge, ma ha anche applicato tassi d’interesse illegali, da usura. Abbiamo anche spiegato come la storia dei Carbonaro sia simile a quella di centinaia di altre famiglie e come, spesso, le aste siano truccate. La città conosce bene, d’altronde, questo dramma che, quasi due anni fa, ha portato un uomo, Giovanni Guarascio, a commettere un gesto estremo: darsi fuoco e morire nell’estremo tentativo di non farsi togliere la casa. Speriamo che anche il presidente Bindi si impegni a sostenere questa nostra battaglia – ha detto ancora Gianforte -. Ho già chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica sulla proposta di legge, già incardinata in Parlamento, relativa all’impignorabilità della prima casa e dei beni strumentali all’attività d’impresa”.
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