La sensazione è che gli animi continueranno a rimanere surriscaldati per un bel po’. Con buona pace di chi riteneva che il Consiglio comunale avrebbe dovuto produrre qualcosa di positivo per la città. Mentre, di questi tempi, l’unica cosa a cui si assiste sono le sceneggiate di bottega. Al di là di chi abbia ragione o meno, non ci si preoccupa minimamente di produrre atti conducenti per la cittadinanza.
I consiglieri grillini vanno avanti a colpi di maggioranza, come un bulldozer, mettendo sotto tutto quello che capita, avendo cura di lasciare attorno solo morti e feriti, politicamente parlando. La minoranza si difende come può, a volte innescando errori di prammatica, dando il “la”, come è successo nelle ultime ore, agli strali dei grillini a cui non pare vero di potere affondare la lama sul fianco del nemico in difficoltà. Chissà chi ha ancora coraggio di vituperare la Prima Repubblica. Quelli, in confronto a questi, erano giganti. Qui la parola Politica, quella con la P maiuscola, neppure sanno che cosa siano.
Ma i politici di un tempo, si potrà obiettare, rubavano. Ed è proprio per questo che venne fuori il ciclone Tangentopoli. Facile rispondere: ma perché (e l’affermazione ha un valore accademico, senza riferimento a fatti e persone in maniera specifica) quelli di ora che cosa fanno? La verità è che a palazzo dell’Aquila, tolte tre-quattro persone, i trenta non sanno neppure cosa voglia dire la parola Politica, sono lì perché baciati più o meno dalla sorte e cercano di dare un senso al proprio ruolo, cosa che sembra faccia a pugni con la propria dignità personale.
L’ultima seduta del Consiglio comunale è stata caratterizzata da una serie di bagarre priva di qualsiasi logica, che ha snaturato l’essenza stessa del civico consesso, liti che non ha neppure senso riportare visto che i cittadini ragusani a tutto sono interessati tranne che a rivivere polemiche che non portano da nessuna parte. Servono fatti. E di questi, per ora, il civico consesso, al di là della cervellotica decisione sulle modifiche del regolamento comunale, ne produce pochini. E’ necessario un atto di responsabilizzazione collettiva che faccia andare tutti d’accordo per raggiungere mete più nobili. Altrimenti, non si arriverà da nessuna parte. E maggioranza e opposizione rischiano, entrambe, una sonora bocciatura.