Protestano alcuni lavoratori della Busso. Si lamentano per non avere avuto l’opportunità di svolgere, all’interno della sede aziendale, la prevista assemblea. Le rimostranze arrivano dalle rappresentanze dell’Usb, l’Unione sindacale di base lavoro privato, e della Cub, sigle alle quali sono iscritti 39 dei 161 lavoratori della ditta che gestisce il servizio di igiene ambientale sul territorio comunale di Ragusa.
Sono loro ad avere dato vita, mercoledì mattina, ad una silenziosa protesta dinanzi ai cancelli dello stabilimento della prima fase della zona industriale. Contestato il comportamento antisindacale dei vertici dell’azienda. “Il 25 e il 27 marzo abbiamo chiesto ai vertici della Busso di poter organizzare questa assemblea odierna – scrive Roberto Distefano, segretario territoriale dell’Usb Ragusa – perché avevamo l’urgenza di fare delle comunicazioni importanti ai nostri lavoratori riguardo il nuovo piano di gestione rifiuti per il Comune di Ragusa: questo diritto però ci è stato negato”.
Ma l’azienda non ci sta. E replica per le rime: “Stiamo parlando di sigle che non hanno firmato il contratto e quindi non possiamo autorizzare l’assemblea”. Come dire che il problema è interno alle forze sindacali e che quindi spetta a loro stesse attivarsi nel tentativo di risolverlo. Ma per la Cub, trentanove lavoratori su 161 vogliono dire il 25 per cento del personale e quindi non possono essere negati i diritti di questi lavoratori. Per quanto riguarda il nuovo piano di gestione rifiuti, secondo quanto hanno spiegato i sindacalisti durante l’assemblea tenutasi in strada, non sono previsti licenziamenti mentre, al contrario, i 23 lavoratori part time dovrebbero passare a tempo pieno.
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