Lo strano caso dell’Università iblea. Sembrava che tutti i problemi fossero stati risolti. Che l’ex Provincia, l’attuale Libero consorzio comunale, dopo che il commissario straordinario, Dario Cartabellotta, si era ravveduto sulla via di Damasco, fosse intenzionata a partecipare al Consorzio, garantendone la sopravvivenza; che i fantasmi del passato, insomma, erano ormai da considerare alla stregua di uno spauracchio, e invece.. Invece a distanza di una settimana o poco più tutto è cambiato. Precipitando il Cui presieduto da Cesare Borrometi in uno stato di prostrazione nerissima.
L’ex Provincia è stata chiara. Non sborserà oltre 360mila euro l’anno. Risorse economiche sufficienti appena a garantire l’impegno assunto nei confronti dell’ateneo di Catania per ripianare un debito fino a pochi anni addietro quasi insormontabile. Il commissario straordinario alla Provincia, Dario Cartabellotta, non sembra voglia adoperarsi per garantire ulteriori somme, nonostante l’idea di governance del Cui appaia radicalmente modificata con l’avvento del nuovo presidente Cesare Borrometi. Ed è stato proprio Borrometi ad avere convocato studenti e sindacati per allertarli rispetto alla grave situazione. Si ritorna, insomma, allo stato di fatto di qualche giorno addietro visto che l’ente di palazzo dell’Aquila, da solo, non è in grado di sostenere il Cui mentre sono indispensabili nuovi investimenti per fare in modo che la Struttura didattica speciale in Lingue a Ibla e il corso in Scienze sociali di Modica continuino a sopravvivere.
E non tardano ad arrivare neppure le reazioni rispetto ad una questione che rischia di fare ripiombare il Cui verso una strada senza ritorno. “Il commissario Cartabellotta, a gennaio, a seguito di domanda esplicita e diretta del presidente del consiglio comunale di Ragusa – spiegano dall’associazione Partecipiamo, molto vicina a Giovanni Iacono – aveva detto che il recesso dal consorzio universitario sarebbe stato revocato. Abbiamo visto solo due atti: un atto di indirizzo, ma a questo punto ci chiediamo a chi è rivolto, e i soldi destinati all’università distribuiti ai dirigenti. L’ ex Provincia continua a fare di tutto per assicurare il de profundis all’esperienza universitaria a Ragusa. Il comune di Ragusa non può sostenere da solo l’università. I commissari delle ex province sono espressione diretta del presidente della Regione e, pertanto, bisogna prendere atto della scelta politica dei partiti che governano la Regione di eliminare ciò che è rimasto dell’ esperienza universitaria. E’ rimasta una sola unità didattica speciale e, in questi anni, si è ridotto dell’85% il numero di studenti”.
“Ci eravamo rincuorati – aggiunge il laboratorio politico culturale 2.0 – dinanzi all’atteggiamento risoluto e chiaro del commissario Cartabellotta che aveva, prima, deliberato un atto di indirizzo e poi dichiarato, in una assemblea pubblica ed istituzionale, la volontà dell’ex Provincia di voler revocare il recesso dal Cui e di rientrare a pieno titolo nella compagine del ruolo di socio fondatore del Consorzio con la propria partecipazione economica come da convenzione stipulata con l’Università catanese e con il Comune di Ragusa. Ci stupisce dover prendere atto dell’inerzia di Cartabellotta e della sua manifesta retrocessione di volontà dalle sue posizioni originarie. Dobbiamo supporre che “ordini superiori” abbiano dirottato la sua volontà. Esortiamo il presidente Borrometi, il Cda tutto, il sindaco, i deputati iblei, i lavoratori, i docenti, gli studenti e le loro famiglie a non demordere dal difendere l’esistenza della nostra Università, che appartiene al territorio ibleo”. Insomma, è pronta a prendere il via un’altra battaglia.
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