La spada di Damocle pendeva da tempo. Ora la notizia è ufficiale. Il Consiglio comunale e gli organismi politici di amministrazione della città di Scicli sono stati sciolti. La decisione è stata presa mercoledì pomeriggio dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano con parere favorevole del governatore siciliano Rosario Crocetta. La deliberazione del CdM sarà ora sottoposta alla firma del presidente della Repubblica che sottoscriverà il formale provvedimento di scioglimento e nominerà contestualmente i commissari. Saranno un prefetto, un vice prefetto ed un funzionario della carriera economico-finanziaria. I nomi dei tre commissari prefettizi, che guideranno per almeno 18 mesi il comune assumendo i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale, verranno resi noti a breve. Di conseguenza a Scicli, che si stava timidamente preparando in vista delle scadenze previste con ben cinque candidati a sindaco, non si voterà per le amministrative del 31 maggio. Come si ricorderà, il sindaco Franco Susino si era già dimesso lo scorso 23 dicembre con il conseguente decadimento della Giunta. Lo stesso ex primo cittadino, coinvolto nell’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa, era stato rinviato a giudizio lo scorso 17 marzo e sarà processato il prossimo 8 maggio assieme agli imputati di spicco del processo scaturito dall’operazione «Eco», ovvero i fratelli Franco e Ignazio Mormina. Parti civili sono il comune di Scicli, l’impresa Ecoseib di Giuseppe Busso e alcune persone direttamente coinvolte nella vicenda che vede alla sbarra 11 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso e concorso esterno in associazione mafiosa, truffa, estorsione e furto. La decisione del consiglio dei ministri è giunta dopo l’attento esame del corposo faldone raccolto nelle indagini cominciate lo scorso 21 luglio e condotte dalla commissione di accesso a suo tempo disposta dal prefetto che le aveva concluse qualche settimana fa. Il comune era stato retto dal commissario straordinario Ferdinando Trombadore, insediatosi lo scorso 21 gennaio. “Gli ispettori del ministero dell´interno hanno rilevato che una parte della macchina amministrativa del comune di Scicli risponde a infiltrazioni mafiose mentre altre anomalie sono state riscontrate nella gestione dei rifiuti con proroghe senza gare e con presunti elementi mafiosi che hanno imposto assunzioni e lavori”. Queste le prime parole a caldo del presidente della Regione Rosario Crocetta che ha preso parte a Roma al consiglio dei ministri. “La decisione di scioglimento è stata assunta nonostante l´imminenza delle elezioni per il rinnovo degli organismi – ha concluso Crocetta – perché sussisteva il pericolo di continuità con l´amministrazione precedente”. Le prime reazioni. La senatrice del Pd, Venera Padua, ha dichiarato: “La correttezza della mia posizione istituzionale è stata ed è quella di rispettare il lavoro ed i compiti dei diversi organismi dello Stato e delle sue istituzioni. E ciò anche in un momento come questo, in cui la mia città di origine e di vita personale, familiare e ricca di amici onesti e lavoratori silenziosi ed efficaci, subisce l’onta dello scioglimento delle istituzioni politiche ed amministrative, perché intaccate da vicende illegali e “mafiose”. La realtà, ove accertata, non va negata; anzi è quella realtà negativa e difficile da digerire a spingerci – come cittadini e come soggetti delle istituzioni – a cercare di togliere il “male” per rispondere con la limpidezza di azioni, di pensiero, di rapporti personali e sociali. Offro la mia piena disponibilità, da cittadina e da senatrice della Repubblica, perché Scicli abbia la possibilità concreta del riscatto e della rinascita”. Il deputato nazionale di Ncd, Nino Minardo, ha detto: “Una scelta dolorosa ma inevitabile, è un fatto di straordinaria portata e gravità. La città di Scicli merita rispetto, era necessaria una svolta politica radicale per chiudere una stagione di discredito delle istituzioni democratiche e di delegittimazione della politica. Ora gli sciclitani hanno l’occasione del riscatto e della rinascita lasciandosi alle spalle questa triste stagione”. L’ormai ex presidente del Consiglio comunale Guglielmo Ferro sente il bisogno di esprimere il suo sentimento di dolore per la città. «E’ un sentimento – scrive Ferro – della medesima natura di quello che sedici mesi fa mi spinse ad imbarcarmi nell’avventura della seconda giunta Susino. Allora non avevo velleità personali di potere esattamente come oggi non tenevo per andare alle elezioni allo scopo di candidarmi. Pur nel profondo sconforto di questo momento, spero ed auguro alla mia amata Scicli ed ai nostri ragazzi che in questa terra hanno il diritto di vivere e realizzarsi senza bisogno di dover fuggire che questa sciagura non abbia conseguenze irrecuperabili». La storia si ripete, a Scicli. A distanza di 23 anni. Già negli anni novanta il consiglio comunale fu sciolto per infiltrazioni mafiose, sotto la giunta guidata dal sindaco Giuseppe Amenta, che finì in manette con altri 6 tra amministratori e funzionari comunali. Undici furono gli indagati. Molti finirono assolti, altri optarono per il patteggiamento della pena. Il Tar reintegrò tutti i consiglieri, che decisero di non accettare il provvedimento, dimettendosi comunque.