“Questa sentenza segna il pieno fallimento di questa Amministrazione e perciò crediamo sia giunto finalmente il momento che, chi di dovere, si prenda le proprie responsabilità, in primis l’assessore Corallo, che umilmente dovrebbe dimettersi e ritornare alla sua vecchia occupazione”. Duro affondo dei consiglieri di minoranza Migliore e Nicita che criticano l’Amministrazione Piccitto e chiedono le dimissioni dell’assessore Corallo. Le accuse si riferiscono alla sentenza del Tar che ha sospeso la gara d’appalto per il servizio idrico relativamente al lotto B, servizio che era stato aggiudicato alla cooperativa Concordia, a causa di gravi violazioni della normativa vigente.
Il Tar, infatti, ha accolto il ricorso di una cooperativa, che denunciava l’utilizzo del cottimo fiduciario, in violazione dell’art 29 del Codice per gli Appalti. Visto che l’importo totale della gara, che ammonta a 605.000,00 euro per i tre lotti, supera la soglia comunitaria, l’Amministrazione aveva l’obbligo di bandire una gara aperta e non doveva utilizzare lo strumento del cottimo fiduciario. “Anche l’Autorità anticorruzione recentemente ha ravvisato la stessa irregolarità, definendo un “mero artificio il frazionamento in lotti” della gara per i servizi idrici. Ma ancor prima, noi – dichiarano la Migliore e la Nicita – avevamo sollevato la medesima questione, anche in Commissione trasparenza, diffidammo l’Amministrazione ad andare avanti. Ovviamente tutto fu ignorato”.
La gara per i servizi idrici, della durata di 5 mesi, è stata bandita in attesa di quella dei 3 anni per un importo di 5 milioni di euro. Una gara che pare abbia già suscitato l’attenzione della Corte dei Conti. Il Tar, perciò, ha ordinato all’Amministrazione di bloccare l’appalto in corso (relativamente al Lotto B) ordinando di affidare il servizio suddetto, in attesa del dispositivo finale (28 maggio), alla cooperativa che lo gestiva prima, ossia la Pegaso, che però si è aggiudicata, nella stessa gara, il servizio idrico per il Lotto A. Qui, la vicenda si complica ulteriormente, a causa dello stesso capitolato d’appalto, il quale “vieta l’aggiudicazione ad una stessa cooperativa di più lotti”. Qualora, ad esempio, una cooperativa si fosse aggiudicata la gara per più lotti: questa è costretta a sceglierne solo uno.
“A questo punto crolla l’intera impalcatura della gara per i servizi idrici – concludono le due consigliere –. Il Tar segna in modo forte, con questa sentenza, l’epilogo finale di questa gara “contorta”, la cui storia inizia lo scorso 24 luglio, quando l’Amministrazione, prima, si vide costretta a revocare il bando in autotutela, di un servizio che aveva goduto già di ben 9 proroghe. Adesso a pagarne le conseguenze, come sempre, sono i cittadini”.