Fermati tre presunti organizzatori eritrei dello sbarco di 294 migranti a Pozzallo. Un minore è stato denunciato. Uno scafista aveva occultato all’interno di una tasca dei pantaloni appositamente cucita quasi 2.000 dollari, provento della traversata. Per la prima volta non è stato fermato solo lo scafista ma anche chi, in Libia, si occupava della vigilanza armata dei migranti.
Sono due eritrei assoldati dai libici per vigilare e picchiare. Le indagini hanno permesso diescludere la morte di 50 migranti che inizialmente era stata narrata dai passeggeri. È stato appurato che gli organizzatori avevano detto ai migranti di raccontare di un naufragio e che tra loro vi erano gli scafisti. La Polizia di Stato sta già trasferendo centinaia di migranti sbarcati ieri, considerato l’imminente sbarco al porto di Pozzallo di altri extracomunitari. Le manette sono scattate per Nugusa Tedros del 1983 e Ahmed Moussa del 1990; per gli stessi reati è stato denunciato in stato di libertà, E.G di 17 anni anche lui eritreo. I loro ruoli sono differenti, difatti oltre allo scafista vero e proprio, ovvero colui che aveva condotto il gommone, la Polizia ha individuato anche 2 eritrei che in Libia, previ accordi con gli organizzatori del luogo, si occupavano della vigilanza dei loro connazionali all’interno delle “connection house”.
Le indagini condotte dalla Polizia, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.