Ospiti del centro di pronta accoglienza di Pozzallo, in due, provenienti dalla Tunisia, hanno rifiutato il decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Ragusa e, a seguito di tale decisione, hanno preso ago e filo al fine di cucirsi le labbra. Momenti di alta tensione, nella notte fra mercoledì e ieri, all’interno del Cpa, sito al porto. Ecco perché i due sarebbero stati spediti presso l´ospedale «Maggiore» di Modica nel tentativo di calmare il nervosismo palesato. Ieri mattina, invece, uno dei due tunisini di 28 anni ha inscenato una nuova protesta nel momento in cui ha capito che, nonostante il ricovero nella struttura ospedaliera per le lesioni che si era inflitto, avrebbe comunque dovuto fare le valigie. Arrabbiato e disperato, l´uomo si è lanciato dal balcone del secondo piano dell’ala nuova dell´ospedale “Maggiore” di Modica, finendo su alcune piante che hanno attutito la caduta.
Subito soccorso dal personale medico e dalle forze dell´ordine, l’uomo ha ripreso conoscenza dopo essere stato nuovamente trasportato nella sua stanza d´ospedale nel reparto di medicina prima e chirurgia poi. Per lui, frattura del bacino e del setto nasale, oltre ad ematomi e lesioni in varie parti del corpo. Sottoposto a successiva tac, stando a quanto accertato dall´èquipe medica guidata dal dottor Roberto Ammatuna, i medici hanno potuto constatato come l´uomo avesse dei corpi metallici all´interno dello stomaco. Una graffetta, una lametta e altri piccoli corpi estranei, ingurgitati, con molta probabilità, durante il periodo di permanenza al Cpa. L´uomo è stato sottoposto nel pomeriggio a delicato intervento di rimozione dei corpi estranei. Il migrante tunisino resterà al «Maggiore» ancora per qualche giorno, ma il suo destino, come evidenziato anche dalle forze dell´ordine, è segnato. Tornerà presto in patria (assieme all´altro tunisino ricoverato), con buona pace di tutti.
Ieri, intanto, nuovo sbarco. 77 persone (di cui 38 somali) sono giunte a Pozzallo attorno alle 17. Proseguono, difatti, le missioni di Medici Senza Frontiere nel Canale di Sicilia a sostegno dei profughi, messe in campo da inizio maggio. Attualmente sono in azione due navi, la «My Phoenix», gestita in collaborazione con il Moas (Mingrant Offshore Aid Station), organizzazione maltese e la «Bourbon Argos» totalmente gestita da Msf. La «My Phoenix», ieri pomeriggio, è attraccata al porto davanti al solito cordone di medici volontari e forze dell´ordine. Oltre il recinto, alcuni laureati della Middlesex University di Londra hanno preso appunti per uno studio legato al tema dell´immigrazione nel Mediterraneo.