La riforma dei liberi consorzi comunali rischia di tramutarsi in una beffa per il futuro del Consorzio universitario ibleo. Parola del senatore Gianni Battaglia (nella foto) che oggi ha diffuso una lunga nota per spiegare che cosa non va. “Il libero Consorzio comunale svolge molteplici funzioni proprie – dice Battaglia – sostegno e sviluppo dei Consorzi universitari presenti nel territorio …. già sostenuti dalle ex Provincie regionali. I liberi Consorzi comunali mantengono la stabile partecipazione, in qualità di soci, nei Consorzi universitari già partecipati dalle ex province regionali alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti delle previsioni statutarie dei medesimi Consorzi universitari”. Così recita il 2° comma, lettera f, dell’art. 27 della legge regionale 4-Agosto-2015 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n°32 del 07/08/2015. Come molti ricorderanno la ex provincia regionale di Ragusa con deliberazione n° 9 del 28/04/2014 adottata dal commissario straordinario dell’epoca (dott.ssa Carmela Floreno) ha deliberato di recedere dalla partecipazione, in qualità di socio, al Consorzio universitario di Ragusa. Pertanto, se non interpreto in maniera errata la norma, dall’08 agosto 2015 quattro Consorzi universitari siciliani quelli di Trapani, di Agrigento, di Caltanissetta e di Siracusa potranno continuare a contare e “per legge “nel sostegno in sostituzione delle ex province, senza soluzione di continuità e senza nocumento alcuni per i dipendenti delle ex province, dei nuovi enti territoriali di area vasta (liberi Consorzi comunali), mentre invece non potrà farlo, Unico tra i 5 Consorzi universitari siciliani, quello della provincia di Ragusa”.
“La strategia dei commissari straordinari della ex provincia – spiega ancora il senatore Gianni Battaglia – cinicamente suggerita e sostenuta dal cerchio magico dei suoi dirigenti si è affermata, tra l’altro inutilmente, purtroppo ancora una volta, nell’indifferenza, nell’incapacità, nella colpevole assenza di iniziativa, nell’ignavia di quanti parlamentari e sindacalisti avevano promesso e garantito attenzione, sostegno ed iniziativa per scongiurare quanto invece si è verificato. Non meno grave è il ruolo del governo ed in particolare dell’assessore competente per non avere impedito che si determinasse tale grave disparità. Da ora per il Consorzio universitario di Ragusa, per i suoi 30 dipendenti e per la presenza universitaria nella nostra provincia inizia una fase difficile ed incerta. L’attività didattica derivante dalle convenzioni sottoscritte con gli atenei di Catania e di Messina potrà proseguire, se non cambiano le attuali condizioni, solo se il Comune di Ragusa avrà la volontà politica-amministrativa e le risorse, già a partire dal bilancio dell’anno in corso, nelle prossime settimane in discussione per l’approvazione, per proseguire da solo”.
“Tutto ciò mentre non solo agli altri Consorzi si garantisce una tranquilla prospettiva ma addirittura a due di essi, quelli di Trapani e di Agrigento – dice ancora – è stato riservato nella legge finanziaria regionale, un consistente contributo finanziario negato al Consorzio Ragusano che invece, proprio per il recesso operato dalla ex provincia, era l’unico a “meritarne” la concessione. Altro che: “State sereni ho incontrato il Presidente Crocetta che mi ha garantito per il Consorzio universitario di Ragusa una assegnazione di risorse aggiuntive”, come dichiarava un parlamentare regionale ragusano qualche mese fa. Invece solo silenzio, assenza di qualsiasi iniziativa e tanto inutile bla, bla, bla! Adesso, in attesa che qualcuno si adoperi per modificare la norma sopra citata, avevamo suggerito come, bisogna attendere e sperare che il Tar di Catania si pronunci favorevolmente nel ricorso a suo tempo, oggi quanto mai, opportunamente presentato, dal precedente consiglio di amministrazione, avverso alla decisione di recesso dalla compagine sociale della ex provincia di Ragusa. Resta il rammarico che per avere difeso e tutelato gli interessi del consorzio, dei lavoratori, degli studenti e delle loro famiglie, aprendo un giusto contenzioso con la ex provincia anche ricorrendo al tribunale ordinario per ottenere le risorse dovute al consorzio e non corrisposte, abbiamo subito, mandante la ex provincia ed esecutore, per sua stessa ammissione, il Sindaco di Ragusa, insieme ad altri compiacenti complici, la totale sostituzione del vecchio combattivo CdA.
Oggi tutto dà ragione a chi aveva reso esplicito il pericolo che oggi è, purtroppo diventato realtà”.
“Non avere impedito, prima alla ex provincia, per debolezza, indifferenza, incapacità, il recesso e oggi non avere difeso una autentica “eccellenza” della nostra provincia – dice ancora il senatore – come invece altri e altrove hanno fatto e come anche in tante altre occasioni purtroppo non è avvenuto, mostra e rende evidente ed esplicito il giudizio negativo sul ruolo sulla attività svolta da chi ha potere di rappresentanza, politica, parlamentare e sindacale”.