Concluse le complesse indagini sullo sbarco del 2 agosto a Pozzallo e Roccella Ionica con l’arresto di 7 scafisti (uno minore) individuati in Sicilia e 3 in Calabria. Dopo essere stati soccorsi in alto mare, i migranti erano stati divisi in due gruppi. Sono tutti egiziani: Hbesh Ibrahim, del 1992; Goma Mohamed, del 1995; Ahmed Rachid del 1996; Hosni Hasem del 1996, Ahmed Shadie, del 1996, Abdul Kamal del 1996, H.M.L.M., nato in Egitto di 17 anni.
Alle 8 del 2 settembre scorso la nave “HMC Protector” della Marina Militare Inglese giungeva nel porto di Pozzallo ove sbarcava 136 migranti clandestini di cui molti egiziani. Tra loro si contavano anche cittadini siriani, somali e sudanesi. La stessa unità navale era intervenuta il giorno prima per l’intercetto di un altro barcone carico di clandestini. Una volta raggiunto tale natante la nave militare e le altre unità provvedevano al recupero di tutti i migranti su di esse, non prima di aver posto ogni condizione tesa alla salvaguardia della loro incolumità. Al termine delle operazioni di recupero la nave inglese conteggiava il numero di 136 soggetti recuperati mentre il restante numero di 109 era stato recuperato dalle altre unità intervenute. Sempre la nave inglese riceveva l’ordine da dirigere verso il porto di Pozzallo mentre veniva disposto che le altre due unità intervenute si recassero verso il porto di Roccella Ionica ove avrebbero, così come anche la prima unità, fatto sbarcare i clandestini. Il porto di Roccella Ionica veniva raggiunto da tali ultime unità nella serata dello stesso giorno 01.09.2015 cosa non possibile alla nave militare inglese che guadagnava lo scalo marittimo del porto di Pozzallo solo alle ore 08.00 del 02.09.2015 e ciò a causa dell’elevata distanza. Già nella serata del 01.09.2015, personale del Commissariato della Polizia di Stato di Siderno, iniziava l’attività investigativa che si concludeva con il Fermo di PG quali indiziati di delitto di 3 egiziani.
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini dopo 36 ore. Si è trattato di sicuro dell’indagine sull’individuazione degli scafisti più complessa fino ad oggi svolta dalla Polizia a Pozzallo in occasione degli sbarchi.
La complessità è dovuta di sicuro al fatto che i migranti, una volta soccorsi in alto mare sono stati separati e condotti in due porti diversi molto distanti tra loro e con arrivo in banchina differito di 12 ore.
La Polizia di Ragusa ha dovuto recuperare il gap creato dalle diverse esigenze di Ordine e Sicurezza Pubblica. In primis bisognava allinearsi con i colleghi della Polizia di Stato di Siderno che avevano 12 ore di vantaggio e questo ha comportato avere due marce diverse con problemi per le individuazioni di ben 10 componenti dell’equipaggio.
Quando si inizia un’indagine volta all’individuazione degli scafisti bisogna procedere per ordine, prima vengono osservati tutti i migranti, poi vengono scelti i testimoni in base alle regioni di provenienza e poi si tenta l’approccio con gli scafisti per una confessione.
Quando a Siderno la Polizia aveva già raccolto gravi indizi di colpevolezza su 3 egiziani a Pozzallo ancora dovevano sbarcare tutti i migranti e questo ha creato uno scompenso rispetto al modus operandi solito della Polizia di Ragusa.
Le difficoltà non mancano mai in ogni indagine, ma non mancano neanche le soluzioni, difatti i due uffici di Polizia operanti hanno collaborato a stretto contato mediante collegamento telefonico e internet, con scambio di foto e documenti acquisiti durante l’attività.
Dopo diverse ore di lavoro gli investigatori avevano una difficoltà dettata dal fatto che i testimoni presenti a Pozzallo riconoscevano solo gli scafisti sbarcati a Roccella Ionica e viceversa quelli sbarcati in Calabria riconoscevano gli scafisti presenti in Sicilia. In pratica i testimoni avevano paura e fisiologicamente credevano di poter indicare solo gli scafisti lontani dal loro centro che essi stessi avevano visto andare via in un’altra imbarcazione soccorritrice.
Le indagini non hanno avuto sosta perché conoscendo il modus operandi delle consorterie criminali egiziane, 3 scafisti erano troppo pochi, i loro equipaggi sono molto più consistenti, pertanto si scavava sempre più a fondo.
La tenacia e la professionalità degli investigatori permetteva di individuare uno dei membri dell’equipaggio che dopo vari tentativi si determinava a confessare indicando tutti e 10 i componenti dell’equipaggio, permettendo così di individuare dal comandante al motorista, passando per coloro che si occupavano della sicurezza a bordo e la distribuzione dei viveri.
I testimoni una volta appreso che la Polizia aveva isolato i responsabili del reato di favoreggiamento integravano le loro dichiarazioni fornendo ogni utile dettaglio e descrivendo tutte le diverse mansioni assunte dagli scafisti.
Al termine delle indagini ben 10 sono stati i fermi, 7 eseguiti dalla Polizia di Ragusa e 3 da quella del Commissariato di Siderno.
I migranti hanno riferito di aver ricevuto promesse mai mantenute: “ci avevano detto che gli egiziani sono diversi dai libici, che ci avrebbero trattato bene, invece solo promesse non mantenute, ci hanno picchiato non appena cambiavamo posto e dato da mangiare pane e acqua, anche ai bambini”.
“I più piccoli sono stati messi in stiva, noi siriani avevamo pagato forse di più e siamo stati sopra, dove almeno si respirava”.
“Abbiamo pagato 3.000 dollari per viaggiare sicuri, ma sembrava di non arrivare mai, quando abbiamo visto le navi italiane abbiamo ringraziato Dio di essere salvi, il cibo era finito da giorni”.
Uno scafista reo confesso: “Il cibo era costituito solo da pane e qualche pezzo di formaggio ed è terminato il terzo giorno di navigazione alla volta dell’Italia. A causa di ciò molti dei passeggeri hanno patito la fame e la sete mentre altri hanno ovviato a tale inconveniente ricorrendo al poco cibo che avevano con loro. Gli atti di violenza da parte dell’equipaggio nei confronti dei passeggeri erano dovuti alle proteste di questi ultimi per la mancanza di acqua e cibo che sono diventate più insistenti. Raramente nel corso del viaggio veniva concesso ai passeggeri allocati nella stiva di salire in coperta e ciò per consentirgli di prendere delle boccate d’aria, per non compromettere la stabilità della barca”.
Al termine delle escussioni di numerosissimi testimoni, gli scafisti sono stati arrestati e condotti in carcere a Ragusa ad eccezione del minorenne che è stato condotto al C.P.A. per minori su disposizioni della Procura per minorenni di Catania.
Dalle indagini è stato possibile inoltre appurare che gli organizzatori egiziani unitamente agli scafisti hanno incassato circa 750.000 dollari, avendone i migranti pagati in media 3.000 cadauno.