La Polizia di Stato denuncia un uomo che ha minacciato e picchiato più volte la moglie. L’ultima davanti alla figlia minorenne che in lacrime ha raccontato tutto agli agenti di Polizia. L’episodio è accaduto a Comiso. Lunedì scorso R.S. giovane donna albanese residente in città si presentava al commissariato, riferendo di essere stata appena picchiata con un violento pugno al petto, dal marito R B.
La donna riferiva altresì che alcuni episodi di violenza erano già stati segnalati lo scorso 15 gennaio 2015, e da allora non erano mai cessati anzi si erano fatti nel tempo più frequenti, infatti era sempre stata vittima di botte, insulti e vessazioni da parte del marito; questi ulteriori atti non erano però mai stati denunciati e mai refertati per paura, nonostante ormai, da circa tre anni e mezzo, la stessa donna viva separata dall’uomo, senza però aver mai avviato le pratiche legali, nonostante abbiamo insieme tre figli minori. La donna ha dichiarato che il marito la picchia ripetutamente nonostante questi viva già con un’altra donna; lo stesso infatti, quantunque abbia questo nuovo rapporto, ogni giorno va a casa della malcapitata, comportandosi come se nulla fosse, adducendo scuse del tipo “sono io che pago l’affitto e le spese”, inducendo così la donna in uno stato di paura e terrore.
Stante la dolenza al petto causata dai pugni inferti dal marito, la donna veniva trasportata, dagli agenti di Polizia che la vedevano sofferente, al locale pronto soccorso dove al termine delle cure veniva dimessa con un referto di dieci giorni di prognosi per “TRAUMA CRANICO MINORE, CONTUSIONI MULTIPLE, FERITE DA GRAFFIO REGIONE MAMMARIA DX, ANSIA REATTIVA”.
La donna uscita dall’ospedale per fare rientro nella propria abitazione, riferiva che notava, nei pressi di cassa, il furgone del marito, motivo per cui impaurita, temendo che vi potesse essere una nuova lite, chiedeva nuovamente aiuto alla polizia. Il marito R.B. nato in Albania nell’aprile del 1978, veniva effettivamente rintracciato presso l’abitazione dagli agenti e a quel punto veniva accompagnato in Commissariato, identificato e denunciato per maltrattamenti in famiglia continuati; in quella circostanza veniva ammonito verbalmente a non proseguire la condotta violenta nei confronti della moglie, invitandolo ad allontanarsi dall’abitazione della moglie.
All’aggressione subita dalla donna, ha assistito una delle figlie minori la quale ha poi anche accompagnato la madre presso il Commissariato di Polizia; la minore, in lacrime, ha poi spontaneamente raccontato che il padre, per futili motivi e per l’ennesima volta, aveva aggredito la madre picchiandola. La donna ha come detto ben tre figli minori (2001, 2004 e 2006). Si rappresenta che, nonostante l’ammonimento degli operatori, R.B., all’uscita dal commissariato, si portava direttamente presso l’abitazione della moglie, al fine di rientrarvi, con la conseguente richiesta di aiuto di R.S.; gli agenti di Polizia si portavano nuovamente presso l’abitazione della coppia facendo andare via l’uomo.
Nonostante fosse stata invitata a sporgere denuncia querela per quanto accadutole, ieri R.S. si presentava al commissariato, in forte stato di ansia e di agitazione, chiedendo di poter ritirare ogni segnalazione a carico del marito, riferendo che era preoccupata per quello che lo stesso avrebbe potuto compiere nei suoi confronti e nei confronti dei figli minori, denotando un chiaro sintomo di forte asservimento e terrore nei confronti dell’uomo, oltre paura per ulteriori violenze e lesioni che la stessa possa subire.
A tal proposito è stato ricostruito che la donna, nel gennaio scorso, è stata vittima di aggressione dal marito le cui lesioni, diagnosticate per TRAUMA CONTUSIVO PARETE TORACICA CON FRATTURA COMPOSTA IX ARCO COSTALE POSTERIORE, sono state giudicate guaribili con prognosi di giorni 30. R.B,, in passato, è già stato tratto in arresto per il medesimo reato per cui si procede, compiuto sempre nei confronti della moglie, e pertanto il Commissariato ha inoltrato un dettagliato rapporto all’Autorità giudiziaria segnalando il comportamento violento dell’albanese.