Il 16 febbraio scorso, negli uffici di Polizia un uomo di Comiso denunciava F.I. un uomo nato in provincia di Venezia nel 1997, per ingiurie di chiara matrice omofoba e danneggiamento. La vittima denunciava che da luglio dello scorso anno decideva di andare a vivere insieme al suo compagno e prendeva un appartamento in affitto a Comiso, di proprietà di una donna.
Nello scorso mese di gennaio, causa momentanei problemi economici, l’uomo non pagava entro i termini previsti la rata di affitto, ritardo mal tollerato dalla donna, madre di F. I., la quale in data 18 gennaio 2016 insieme al suo compagno si presentava bussando alla porta dell’appartamento del denunciante, intimandogli di pagare subito o di lasciare immediatamente l’abitazione. Sino a qui tutto sommato nulla di strano; il venerdì 22 gennaio 2016, però, due amiche della vittima si stavano recando alle ore 00,30 a casa di quest’ultimo per fagli visita, ma notavano in strada senza essere al momento viste, il figlio della signora, l’odierno indagato, che si fermava davanti la fiancata sinistra dell’autovettura del loro amico danneggiandola probabilmente con un oggetto appuntito e deturpandola con la scritta omofoba “PUPPO” (nella foto lo sportello).
A quel punto venivano svolte alcune indagini per appurare la veridicità delle informazioni sentendo anche formalmente le testimoni dell’accaduto. Avendo avuto il quadro completo della vicenda e configurandosi a carico del predetto F. I., la violazione prevista e punita dagli articoli 594 e 635 del c.p. quest’ultimo veniva denunciato in stato di libertà.