L’assessore Salvatore Martorana ha rassegnato le dimissioni nelle mani del sindaco. Espressione della lista Partecipiamo, Martorana ha risposto “obbedisco” al diktat del gruppo che, nei giorni scorsi, aveva manifestato la propria insoddisfazione dopo la mancata rielezione di Giovanni Iacono a presidente del Consiglio comunale. Quindi, il malumore si è trasformato in aperto dissenso sino a determinare la rottura dell’alleanza programmatica, così l’avevano chiamata, con M5S. Martorana, dunque, lascia la Giunta, non senza rilasciare dichiarazioni polemiche all’indirizzo della fronda pentastellata che sta mettendo in imbarazzo il sindaco Piccitto (“Federico? Un bravo ragazzo” dice Martorana) il quale, a distanza di settimane, ha dimostrato di non sapere gestire affatto la situazione. Come dire che, purtroppo, quando manca la scuola politica, manca la capacità di sapere gestire emergenze come quelle che si sono presentate a palazzo dell’Aquila. A proposito di palazzo dell’Aquila, il Comune, al momento, risulta essere ingovernabile, eccezion fatta per l’ordinaria amministrazione. La fronda dei Cinque Stelle che hanno bocciato la linea del sindaco, il quale ha scelto di continuare a sostenere la presenza in Giunta dell’altro Martorana, Stefano, ha di fatto paralizzato l’attività dell’ente. E il Consiglio comunale va avanti tra mille singhiozzi di vario tipo.
In tutto questo bailamme, una valutazione d’altro tipo s’impone. Giovanni Iacono, persona stimabilissima e non certo politico di primo pelo, ha commesso un errore imperdonabile. Si è dimesso dalla carica di presidente del civico consesso. Dice di non essere affezionato alla poltrona. E non abbiamo motivo per non credergli. Ma perché, allora, dopo che è saltata la sua rielezione a presidente del civico consesso, piuttosto che cercare di ricucire lo strappo si è adoperato per determinare la crisi? Oppure pensava Iacono che sarebbe stata una passeggiata e che le sue dimissioni sarebbe stato accolte dal gruppo pentastellato, tra l’altro dilaniato da una lite interna infinita, come un gesto salvifico e che nessuno avrebbe avuto da ridire circa la sua rielezione? Purtroppo, la storia, che è maestra di vita, insegna che non è così. Iacono, dal punto di vista politico, ha preso una brutta botta. E, a questo punto, non ha potuto fare altro che l’unica cosa che, politicamente, gli avrebbe fornito maggiore credibilità, cioè rompere la cosiddetta alleanza programmatica con i Cinque Stelle. Un grossissimo errore di valutazione quello fatto da Iacono che, però, la città rischia di pagare a caro prezzo. Perché diventa difficile, allo stato attuale delle cose, capire in che modo il sindaco Piccitto (“A proposito, se ci sei batti un colpo, ma ti stai accorgendo di quello che ti sta accadendo attorno?” direbbero i suoi migliori consulenti) riuscirà a venire fuori. In soccorso del primo cittadino è arrivato il periodo pasquale. Qualche giorno di calma è la migliore medicina per ragionarci sopra e capire che cosa è meglio fare. Dopo la Resurrezione, insomma, si capirà se riuscirà a risorgere anche la Giunta pentastellata.