“Illegalità. Silenzio. Omertà. Queste sono le parole che mi vengono in mente dall’evento delittuoso che ha interrotto la vita di mia figlia e devastato quella della mia famiglia”. Così il padre di Sara Di Natale, Luciano, che per dieci anni e due mesi ha combattuto una battaglia immensa. Ieri, Sara, dopo oltre dieci anni vissuti in stato vegetativo, alimentata da un sondino, incosciente ma viva, è venuta a mancare. La città di Ragusa è in lutto perché è venuta a mancare un simbolo della lotta per i diritti.
“Mia figlia Sara, studentessa di Scienze politiche a Catania – così scriveva il padre Luciano (nella foto con la figlia Sara) nel suo blog – il 7 febbraio del 2006 ingerisce una polpetta contenente solfiti a cui era allergica ed entra in coma in seguito ad uno shock anafilattico. La carne è stata acquistata in una macelleria di una via del mercato all’aperto vicino alla via Etnea. I solfiti nelle carni, non bloccando il processo di putrefazione, ma mantenendo il colore rosso, favoriscono l’ inganno dei consumatori , procurando ai rivenditori di carne profitti più cospicui (come lo stesso macellaio, già condannato in primo grado, ha confermato al giudice)”. La figlia è rimasta in stato vegetativo permanente e per anni è rimasta a casa assistita da Luciano Di Natale e dalla moglie Gabriella. Proprio Di Natale ha condotto una battaglia per fare in modo che a Ragusa potesse entrare in funzione il Centro risvegli ibleo.
I funerali di Sara, 32 anni, si terranno domani, mercoledì 13 aprile, nella chiesa del Preziosissimo sangue. Il corteo muoverà dall’abitazione della ragazza, in via Antonio De Curtis, zona Bruscè, alle 15,30.