Nitto Rosso ieri sera ha intervistato Gianpiero D’Alia, presidente nazionale dell’Udc. L’evento, tenutosi al teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, è stato molto apprezzato. “Volevo un formato diverso, per catturare l’interesse della persona, andando dritti al problema senza parlare politichese” ha detto Nitto Rosso. Venti domande in 60 minuti, dal personale, alla politica nazionale, passando per un giudizio sereno ed obiettivo sul governo Crocetta. A spezzare il ritmo anche un video di presentazione. L’autore, Nitto Rosso, ha scelto le interviste di due colleghi avvocati, Irene Morando e Monica Devita, per introdurre il tema della legalità e della crisi della Giustizia, lasciando a se stesso il tema dello sviluppo economico.
Tra immagini delle nostre grandi azienda in smobilitazione e dei luoghi di Montalbano, sono stati messi in luce i dati Istat che non lasciano molti dubbi. La provincia iblea ha perso negli ultimi due anni 10.000 posti di lavoro tra agricoltura ed industria, poco meno della metà. Sono invece circa 700 i cassaintegrati della grande industria in crisi.
Da qui la richiesta di Nitto Rosso di fare in modo che il perimetro dell’area di crisi industriale complessa di Gela sia esteso anche al territorio di Ragusa (oggi interessa solo Acate e Vittoria). Se ciò non dovesse accadere, ne pagheranno le conseguenze non solo le grandi industrie destinate a scomparire, ma anche le Pmi che non potranno avere le medesime condizioni di aiuti riservate alla Pmi di quella zona interna al perimetro, con una grave perdita di competitività.
L’evento è stato molto partecipato. Il teatro pieno, con molte persone in piedi e ad attendere nel foyer.
“D’Alia ha raccolto successo” precisa ancora Rosso “perché è una persona seria che vive il suo momento in politica con grande senso di responsabilità e lontano da ogni forma di populismo”.
S’è parlato anche di partito. I moderati sono pronti a dar vita ad un grande soggetto politico popolare, democraticamente dal basso, non carismatico, e non populista, che diventerà la casa del centro destra italiano.
Quando? Dopo il referendum costituzionale che metterà fine al collateralismo con il Pd di Renzi.