Chi semina amore raccoglie felicità. W. Shakespeare.
“Gli amori briciola” sono quelli caratterizzati da tirchieria sentimentale che appassionatamente descrive la psicologa Umberta Telfner nell’omonimo libro.
Ho scelto di parlare di questo libro perché è versatile, adatto agli “addetti ai lavori” e ai curiosi dell’argomento, a chi vuole conoscersi un po’ di più attraverso la descrizione di un copione relazionale che perfettamente lo ritrae e a chi ama semplicemente la buona lettura.
“Gli amori briciola” sono una modalità relazionale sentimentale particolare, quella “asciutta”, desertica, che porta ad uno sfinimento psichico chi sta dall’altra parte e ad un malessere vago a chi è briciola.
Com’è questa coppia che ha deciso di stare insieme nella modalità “briciola”…?
Questa è una coppia in cui uno dei due partner fin da subito o ad un certo punto della storia, magari con l’avvicinarsi della routine, ha deciso di dare solo briciole, ha deciso cioè di non donarsi, di mantenere le distanze affettive, di non coinvolgersi, di non “esserci” nel momento in cui gli viene richiesto. Spesso è una modalità relazionale appresa nell’infanzia e che si ripete da adulti subito dopo la fase dell’innamoramento. Finita l’ubriacatura dei sensi i “briciola” si stanano, si allontanano, ricercando un mondo solipsistico, solo per loro.
Le persone briciola non sono casi clinici ma i nuovi malati dell’anima, a cui si riduce enormemente la propria vita interiore; è così che li definisce la psicoanalista Julia Kristeva.
“Essi sono il prodotto della vita moderna, presi in mezzo tra una pillola e lo schermo della TV/computer/cellulare, orpelli che li mantengono in uno splendido isolamento. Mostrano difficoltà di ordine relazionale e una imperturbabilità all’altro quasi professionale; si entusiasmano per il consumare. Quelle che Christopher Bollas (1987) definisce personalità “normotiche” la cui caratteristica è una continua de-simbolizzazione dei propri contenuti mentali e dell’esperienza soggettiva verso un prevedibile appiattimento, nonostante un funzionamento “esterno” normale”.
Sembrano, si mostrano normali…perché spesso sono persone intelligenti e brillanti, ma piatte e con un grande deserto dentro, che cercano il continuo consumo di energie ed emozioni per tenersi vive, con difficoltà a relazionarsi e per questo fuggitive verso la vita virtuale, fatta di pc e cellulari o lavoro.
Ma dall’altra parte chi ci sta?
Ricordando che una coppia è sempre formata da tre elementi (i due partner e la relazione), dall’altra parte ci sta, spesso, chi non ha il coraggio di chiedere tutta “la pagnotta” e preferisce accontentarsi delle briciole.
Denebola Ammatuna, psicologa