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In trasferta da Catania per rubare orologi preziosi in una casa di Comiso, arrestato

by Redazione
25 Ottobre 2018
in Politica
In trasferta da Catania per rubare orologi preziosi in una casa di Comiso, arrestato
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Continua incessante l’opera di controllo del territorio degli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Comiso. Nelle ultime trentasei ore sono state arrestate due persone e due sono state denunciate in tre diverse operazioni di Polizia.

Un ordine di custodia cautelare ed una denuncia in stato di libertà, in quanto già in carcere per gli stessi reati commessi in altra sede, è stata ottenuta per due pluripregiudicati catanesi individuati a Comiso dopo laboriose indagini ed autori di un furto in abitazione a Comiso.

Il 03 giugno 2016  REINA Carmelo, nato a Catania il 9.9.1972, giungeva da Catania con F. R. del 1956 ed altro individuo allo stato non ancora identificato, per commettere un furto in una abitazione sita a Comiso in via C. Marchese; dopo aver forzato il cilindretto della porta d’ingresso dell’abitazione di proprietà di un comisano 64 anni, i tre si introducevano all’interno della stessa, impossessandosi di 5 orologi da uomo marca Gucci, Dolce e Gabbana, Maserati, Sector e Festina, 2 orologi da donna marca Furia e Cavalli, nonché monili in oro. Dopo pochi minuti dall’ingresso, si allontanavano come se nulla fosse, portando via alcune buste. Il tutto con l’aggravante di aver commesso il fatto adoperando violenza sulle cose ed in numero di tre persone. I due soggetti individuati agivano essendo entrambi pluripregiudicati con la recidiva reiterata specifica.

Il 15.6.2016, dopo elaborate indagini gli inquirenti, che nel frattempo acquisivano i filmati del sistema di videosorveglianza di uno stabile confinante con la proprietà del derubato riuscivano, dalla visione degli stessi, a risalire all’autovettura a bordo della quale i soggetti avevano perpetrato il furto, in particolare una Citroen Picasso, di proprietà ed in uso all’odierno arrestato Reina Carmelo.

Le immagini ritraevano la presenza di tre persone che scendevano dall’autoveicolo, che si dirigevano verso l’immobile preso di mira e che ne uscivano dopo pochi minuti con un sacchetto contenente verosimilmente la refurtiva. Il conducente e proprietario del veicolo veniva riconosciuto anche grazie ad una foto segnaletica presente nel CED della Polizia essendo come detto pluripregiudicato. Successivamente con una informativa del 12.12.2016 gli investigatori pervenivano alla identificazione di uno dei complici in F. R., frattanto raggiunto provvedimento definitivo di pena detentiva sempre per reati contro il patrimonio.

Poiché dalle indagini il GIP del Tribunale di Ragusa ha ritenuto che sussistono    indizi di colpevolezza per il reato ipotizzato a carico di Reina Carmelo e del suo complice così come emerge dalla denuncia della persona offesa e dalle immagini riprese dal circuiti di sorveglianza in data 3.6.2016, dalle ore 9,00 e seguenti, oltre che dalle c. n. r. del Commissariato di P. S. di Comiso e visto che sussiste il concreto e attuale pericolo di reiterazione di reati della stessa specie in capo all’indagato, in considerazione dei quattro precedenti specifici di Reina, disponeva la custodia cautelare per il Reina e la denuncia per il complice considerato che lo stesso già è in carcere per scontare pene definitive.

In data 06 aprile, verso le ore 08:40, personale dipendente, interveniva presso il centro di accoglienza San Giovanni Battista sito in questa contrada Canicarao per segnalazione di aggressione agli operatori del centro di accoglienza da parte di un richiedente asilo politico

Gli operatori di Polizia, appena giunti sul posto, avevano la presenza di due unità del locale comando di Polizia Municipale di alcuni operatori della struttura di accoglienza tra cui il richiedente, tutti intenti a calmare tale NJIE Lamin nato a Block (Ghana) il 04.06.1998.

Quest’ultimo alla vista della Polizia di Stato iniziava ad inveire contro gli operatori sopra citati con frasi incomprensibili e in lingua straniera. Si riusciva solo a comprendere solo la testuale frase “Fuck you” ripetuta più volte indicando col dito tutti gli intervenuti, continuava inoltre dicendo “Fuck Italy”. A questo punto, considerato che aveva tentato di danneggiare la porta d’ingresso dell’ufficio del centro e l’evidente nervosismo del NJIE Lamin gli operatori della Polizia di Stato invitavano quest’ultimo a seguirli in Commissariato, ma immediatamente egli opponeva resistenza; quindi veniva accompagnato verso la autovettura della Polizia, ma invece di salire tentava di divincolarsi provocando così una ferita al dito della mano destra di un Assistente di Polizia che lo teneva al braccio. Un altro Agente di Polizia intervenuto in ausilio del predetto Assistente veniva spintonato ed urtava il gomito sulla carrozzeria del veicolo di servizio. Per tale motivo, entrambi gli operatori ricorrevano alle cure dei sanitari del locale nosocomio reparto di pronto soccorso, dove venivano giudicati guaribili in gg. 5 s.c. pertanto l’uomo veniva arrestato per resistenza e violenza a P.U. e denunciato per vilipendio dello Stato Italiano.

Infine giorno 07 aprile, durante i controlli su strada effettuati dalle Volanti veniva individuata una autovettura proveniente da Vittoria.

Sottoposta a controllo, a bordo della stessa vi erano due uomini uno dei quali A.R. di Vittoria del 1985 sottoposto agli arresti domiciliari con l’autorizzazione a recarsi a lavoro a Gela.

L’uomo non dava altra spiegazione per il fatto di trovarsi a Comiso se non quella di essere in zona per recarsi in ospedale per una caduta avuta sul luogo del lavoro, cosa che ovviamente non convinceva gli agenti di Polizia, considerata la presenza di un pronto soccorso, quello di Vittoria, certamente più vicino di quello di Comiso; pertanto veniva accompagnato in ospedale per gli accertamenti necessari.

Nel contempo si avvisava il magistrato di turno presso la Procura che disponeva, vista la situazione, di denunciarlo in stato di libertà per evasione considerato che nel contempo i sanitari gli riscontravano effettivamente delle lesioni provocate da una caduta, così come indicato da AR.  Certamente il fatto di esser caduto sul luogo di lavoro però non giustificava l’arrestato per essersi recato in ospedale senza avvisare l’autorità di Polizia preposta al controllo ed inoltre di non essersi recato nell’ospedale più vicino, da quì la denuncia per evasione.

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Tags: arrestiComisoorologiPoliziatrasferta
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